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MESSINA. «Non è arrivata al ministero alcuna richiesta di proroga ai rettori, in modo da venire incontro alle esigenze di realizzazione dei progetti del Pnrr» è stato il commento lasciato mercoledì durante un question time dalla ministra dell’Università e della Ricerca Annamaria Bernini durante il quale ha anche lasciato aperto uno “spiraglio” commentando che «nel segno delle esigenze di continuità e stabilità del Piano nazionale per la ripresa e resilienza» non si esclude una proroga fino al 2026.

E mentre a Messina il decano Letterio Bonina ha fissato la prima votazione per il prossimo 1 dicembre, la seconda cinque giorni dopo e il ballottaggio per il 13 dicembre, a prendere parola sul commento della ministra Michele Limosani, candidato Rettore e direttore del dipartimento di economia di Unime. «La risposta della Ministra Bernini a un’interrogazione parlamentare presentata per ottenere chiarezza su un’eventuale proroga del mandato dei Rettori in scadenza, mette a mio avviso un punto definitivo su questa vicenda -spiega in una nota- La Ministra ha detto di non avere ricevuto alcuna proposta a riguardo e che, in ogni caso, un provvedimento di questo tipo passerebbe da un iter parlamentare (e, quindi, avrebbe tempi particolarmente lunghi che andrebbero ben oltre il 2024)»

«In sostanza -continua- abbiamo appreso direttamente dalle parole della Ministra che la proroga non ci sarà e che non sono previste novità in tal senso a breve e medio termine. Preso atto di ciò, ribadisco la mia richiesta affinché vengano date certezze alla comunità accademica circa i tempi della presentazione dei programmi e del voto per eleggere il nuovo Rettore.
Ciò che conta, nell’interesse della nostra comunità, è avere un calendario, fissare le scadenze e avviare il confronto tra candidati  in forma ufficiale. Mi auguro che anche la prof.ssa Giovanna Spatari, la quale ha ufficializzato la propria candidatura nelle scorse settimane, condivida questa esigenza e si unisca alla mia richiesta, affinché possano essere garantiti i presupposti per un dibattito democratico ampio e approfondito,  consentendo il pieno coinvolgimento di tutta la comunità accademica»
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