MESSINA. Prosegue in città la polemica relativa alla proposta, avanzata dai consiglieri di Fratelli d’Italiadi intitolare una via di Messina a Norma Cossetto, che secondo la Lega “sta assumendo toni inaccettabili”.

Dopo il diniego da parte della Commissione Toponomastica del Comune e il rammarico degli esponenti di Fdi, che avevano giudicato “vergognose, revisioniste e chiaramente politicizzate” le motivazioni espresse per il rigetto, ad intervenire era stata l’Anpi, in una nota.

“Siccome gli sta andando male l’operazione propagandistica – si legge – i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia di Messina si danno ad escandescenze contro la Commissione Toponomastica per aver rinviato la decisione di intitolare una via a Norma Cossetto. E in particolare se la sono presa con il prof. Giuseppe Restifo, componente della stessa Commissione, attaccandolo personalmente in vetero-stile squadrista”, prosegue la nota, che ha come principale interlocutore il consigliere Libero Gioveni.

”Chiunque operi la necessaria contestualizzazione di quanto successo con le foibe del confine orientale sa che gli italiani furono perseguitati o in quanto fascisti, o perché identificati con le classi egemoni, o in quanto si opponevano alla costruzione dello Stato comunista jugoslavo, e non in quanto italiani. Per la verità il componente della Commissione Toponomastica – nominato nel 2021 dal sindaco Cateno De Luca sulla base di selezione pubblica per titoli culturali e professionali – non è il solo storico italiano ad aver ricevuto attacchi e accuse di negazionismo solo per il rifiuto di cedere alla nuova vulgata nazionalista e propagandistica. È allora essenziale ribadire che la ricerca storiografica non può essere condizionata da verità ufficiali diffuse o imposte dallo Stato e dalle istituzioni; che la libertà di ricerca va fondata sull’onestà intellettuale, sulla contestualizzazione ampia degli eventi, sull’utilizzo critico di fonti verificabili; che da parte degli storici non è mai stato negato che le foibe rappresentino un crimine, che si inquadra non soltanto in una reazione alle politiche di oppressione messe in atto dal fascismo nei confronti delle minoranze slovene e croate, ma anche nei meccanismi violenti di costruzione dello Stato jugoslavo da parte di un regime che perseguitava tutti coloro che si opponevano ai suoi progetti. In realtà dietro a questi attacchi si nascondono la totale ignoranza degli eventi storici e l’utilizzazione di parole d’ordine scioviniste e nazionaliste. L’Anpi di Messina si oppone con forza a questa deriva antidemocratica e ribadisce il suo impegno per la libertà di ricerca storica al di fuori di vincoli e polemiche di carattere ideologico. Esprime solidarietà ai ricercatori che in questi giorni e in questi anni hanno ricevuto attacchi scomposti per il loro impegno per la verità e la correttezza storica”.

A intervenire, in risposta, è quindi la Lega, “che esprime piena solidarietà ai consiglieri comunali attaccati mediaticamente per aver sostenuto un’iniziativa doverosa, che mira a rendere omaggio a una giovane donna istriana barbaramente assassinata e insignita della medaglia d’oro al merito civile dalla Presidenza della Repubblica”.

Dispiace constatare – aggiungono gli esponenti del partito di Matteo Salvini – che invece di affrontare con rispetto la memoria delle vittime delle foibe, alcune voci, in particolare quella dell’ANPI di Messina, scelgano la strada della polemica ideologica e della delegittimazione personale, scagliandosi contro chi ha osato sostenere una proposta perfettamente coerente con quanto sancito dalla Giornata del Ricordo, istituita dal Parlamento italiano nel 2004. Chi oggi difende le posizioni del professore Restifo e di alcuni membri della Commissione Toponomastica, arrivando a insinuare che la morte di Norma Cossetto fosse “contestualizzabile”, si rende protagonista di una vera e propria caccia alle streghe culturale, nella quale chi non si allinea a una certa narrazione storiografica è etichettato come nazionalista o peggio ancora. È un clima da tribunale ideologico, che nulla ha a che vedere con il pluralismo democratico e con la libertà di espressione. La ricerca storica è sacra, ma non può trasformarsi in uno strumento per relativizzare le vittime o per dividere i morti in morti di serie A e di serie B in base all’orientamento politico. Norma Cossetto è stata torturata e uccisa in modo brutale e chi oggi nega la legittimità del suo ricordo pubblico compie un gesto di intollerabile revisionismo morale. La Lega continuerà a sostenere tutte le iniziative che difendono la verità storica, il rispetto delle vittime e il diritto dei nostri cittadini a veder rappresentata anche questa pagina drammatica del nostro passato. Norma Cossetto merita una via a Messina. Lo chiedono il buon senso, la giustizia e la memoria collettiva”.

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