Condanna ridotta in appello per il padre che uccise il figlio al culmine di un litigio. Al centro del processo una lite familiare sfociata in tragedia avvenuta  a Barcellona Pozzo di Gotto nel 2015. La Corte d’Assise d’Appello ha condannato a 18 anni Cosimo Crisafulli accusato di aver ucciso con una fucilata il figlio  Roberto di 32 anni. I giudici hanno ridotto la condanna a 30 anni disposta in primo grado con il rito abbreviato. Il sostituto pg Salvatore Scaramuzza, che nel processo ha rappresentato l’accusa, al termine del suo intervento ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado. L’avvocato Fabio Catania, difensore di Cosimo Crisafulli, ha invece chiesto le generiche invocando anche che il reato fosse riqualificato in omicidio colposo e che fossero riconosciute le attenuanti della provocazione.

 Il fatto si verificò il 25 maggio 2015 in un’abitazione di via Statale Oreto a Barcellona Pozzo di Gotto. In un primo momento le indagini si concentrarono sul fratello della vittima ma, dopo una serie di accertamenti tecnici e scientifici e le dichiarazioni dello stesso padre, il giovane fu completamente scagionato. L’omicidio si verificò all’alba, come ricostruirono i carabinieri che effettuarono le indagini. Il giovane sarebbe stato ucciso perché rientrava ubriaco ed aggrediva i familiari. Quella mattina scoppiò una lite che assunse toni sempre più violenti, all’improvviso  il padre imbracciò un fucile che aveva in casa, legalmente detenuto, esplodendo un colpo contro il figlio uccidendolo.  

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