MESSINA. Arriva a conclusione l’inchiesta “Games Island”, uno stralcio dell’operazione “Totem”,  scattata nel 2015 da Carabinieri e Polizia e che aveva svelato gli affari del boss del clan di Giostra Luigi Tibia. Ben 47 imputati su 48 sono stati assolti durante l’udienza di ieri in quanto «il fatto non sussiste», mentre uno ha concluso il procedimento con una condanna minima.

Il capo d’accusa riguardava un presunto disegno criminoso sotteso all’organizzazione e gestione del gioco d’azzardo e della raccolta di scommesse clandestine per via telematica. Questo è passato sotto la lente d’ingrandimento dai magistrati come costola della più ampia operazione “Totem” che, fra l’altro, trattava anche le corse clandestine, la gestione di lidi nella riviera e l’imposizione dell’istallazione di slot machine in alcuni locali. Il tutto con l’aggravante di avere commesso il fatto per agevolare l’attività dell’associazione mafiosa con a capo proprio Luigi Tibia (art. 7 d.l. n. 152/91).

La Prima sezione del Tribunale di Messina, con presidente Adriana Sciglio, ha chiuso quindi oggi il processo su “Games Island” assolvendo: Antonino Barbera, Luigi Tibia, Luciano De Leo, Giuseppe Schepis, Santi De Leo, Fortunato Bellamacina, Agatino Antonino Epaminonda, Daniele Pantò, Francesco La Camera, Daniele Vinci, Massimo Currò, Paolo Currò, Toruccio Salvatico, Filippo Marsala, Veronica Pernicone, Anna Morana, Luigi Irrera, Paolo Chiaia, Antonino Cutè, Francesco Bitto, Roberto Ferrara, Gaetano Russo, Giovanni Mancuso, Rosario Costantino, Giovanni Zanghì, Carlo Sergi, Pasquale Romeo, Francesco Irrera, Ignazio Vinci, Francesco Giuffrida, Giovanni Ieni, Giovanni Pagano, Concetta Pappalardo, Mario Rello, Francesco Tomasello, Giovanni Versaci, Orazio Margurio, Francesco Guglielmino, Roberto Lecca, Carmelo Salvo, Pietro Santamaria, Natale Caruso, Simone Pati, Antonio Civello, Maria Antonia Cicero, Michele Lombardini, Francesco Gigliarano, Giuseppe Cucinotta.

Unico condannato è stato Francesco Irrera, che dovrà scontare la pena di tre mesi di arresto e dovrà pagare 516 euro di ammenda più le spese processuali.

Già a novembre 2017 erano stati rinviati a giudizio 44 imputati. Due le ipotesi d’accusa contestate a vario titolo dai sostituti procuratori della Dda Liliana Todaro, Fabrizio Monaco e Maria Pellegrino nell’atto di chiusura delle indagini preliminari. Da un lato l’installazione e la gestione presso esercizi pubblici, apparecchi strutturati come “Totem” e collegati alla rete internet per effettuare il gioco a distanza senza autorizzazione da parte dell’Aams. L’altra contestazione è di aver organizzato e gestito la raccolta di scommesse su eventi sportivi non avendo la licenza «compiendo attività di intermediazione per conto di un allibratore straniero privo di concessione». In particolare i magistrati contestano, a vario titolo, di aver gestito la raccolta di scommesse quali terminali di una rete di agenzie e internet point dislocate in città tramite un internet point per conto di un sito di una società con sede a Malta non autorizzata ad operare in Italia.

Hanno fatto parte del collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati: Davide Cocivera, Angela Martelli, Angela Cicciari, Carmelo Mobilia, Maria Puliatti, Giuseppe Scandurra, Nino Cacia, Salvatore Silvestro, Antonello Scordo, Alessandro Billè, Giuseppe Donato, Gianluca Currò, Pietro Luccisano, Carlo Autru Ryolo, Tancredi Traclò, Domenico Andrè.

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