MESSINA. È giunto a compimento il “sogno” dell’ex consigliere della VI Circoscrizione Giuseppe Sanò, tragicamente scomparso a maggio del 2020 nelle acque del suo amato mare. È avvenuta infatti lo scorso 24 febbraio, a Torre Faro, l’ultima posa delle barriere contro la pesca a strascico e di nuove strutture per favorire il ripopolamento della fauna ittica. Un progetto fortemente voluto da Giuseppe, che a lungo ha lottato per la salvaguarda dei “suoi mari”: lo Ionio e il Tirreno che si incontrano a Capo Peloro.

I lavori erano stati consegnati lo scorso 11 giugno alla Ditta SO.GE.MAR Costruzioni Srl per la realizzazione delle opere relative al Progetto M.A.S.T.E.R. (Misure Anti Strascico – Tutela e Ripopolamento Capo Peloro), finalizzato a preservare e ripristinare l’equilibrio naturale nella fascia marina costiera.

L’intervento, oggetto del progetto ammesso a finanziamento dalla Regione Siciliana nell’ambito PO FEAMP ITALIA 2014-2020, riguarda la realizzazione di opere per “la costruzione, l’installazione o l’ammodernamento di elementi fissi o mobili destinati a proteggere e potenziare la fauna e la flora marine, comprese la loro preparazione e valutazioni scientifiche”, e prevede la collocazione di manufatti diretti a contrastare il fenomeno della pesca abusiva “a strascico” ed alla collocazione sul fondale marino di strutture piramidali per favorire il ripopolamento della flora e della fauna locale nella zona di Capo Peloro.

Oltre alla collocazione dei manufatti dissuasivi e di quelli diretti al ripopolamento delle specie locali, il progetto, che costituirà un importante laboratorio sul campo di indagine della flora e della fauna locale, si avvale della collaborazione dell’Università degli Studi di Messina Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche ed Ambientali, con la quale è stata stipulata un’apposita convenzione per fornire il necessario supporto scientifico nelle fasi di valutazione, progettazione ed eventuale realizzazione delle opere e della fase di monitoraggio.

«Da tre anni – raccontò Peppe in questa intervista del 18 agosto 2017 – porto avanti una crociata contro le pratiche della pesca a strascico e a circuizione, col cianciolo, che vedono come scenario il tratto di mare che va da Capo Peloro a Capo Rasocolmo. Due tecniche che danneggiano la riproduzione e anche la Posidonia oceanica. Studiando altre realtà che avevano avuto lo stesso problema ho rintracciato un progettista di Ferrara, Guido Beltrami, che si occupa di disegnare dissuasori antistrascico composti da cemento e con rampini di acciaio detti ‘stop net’. Questo ha dato il via all’elaborazione di un progetto che comprende anche la creazione di areali per la riproduzione, chiamati reef di ripopolamento».

Per portare avanti la sua battaglia, Sanò lanciò anche una petizione su change.org, che fu consegnata al Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto (Guardia Costiera) e all’Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea.

«Voglio parlare del futuro del nostro mare. Un mare – si legge nel testo – depredato e violentato tutti i giorni, da chi non ha la sensibilità e la cultura per capire che non è una fonte inesauribile. Anche questa primavera stiamo continuando ad assistere alle più grandi razzie che il nostro mare possa sopportare, tutti i giorni pescherecci provenienti dalla vicina Calabria si alternano con reti a circuizione fino a quando l’ultimo pesce catturabile viene issato sulle loro imbarcazioni. E tutto questo avviene nelle acque antistanti a quella che doveva essere la riserva naturale di Capo Peloro, che ricordo essere inserita tra le zona Natura 2000. Perciò come stabilito dall’articolo 4 del Regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio dell’Unione Europea è vietata la pesca con reti da traino, draghe, ecc . Un intero habitat è destinato a scomparire cosi come la Posidonia oceanica, simbolo del benessere del nostro mare. Alcune specie di pesci sono ormai presenti solo nei ricordi di qualche vecchio pescatore. Per porre rimedio a questa strage è stato persino progettato un particolare sistema di protezione costiera mediante il posizionamento di elementi destinati a preservare e sviluppare la fauna e la flora marina. Il progetto è stato presentato alla Regione Siciliana per la richiesta di finanziamento a valere dei fondi europei FEP per la pesca, e la conferenza dei servizi ha dato parere ampiamente positivo. Purtroppo siamo ancora in attesa che venga pubblicato il bando per poter presentare il progetto e la mattanza continua impunemente. A nulla valgono le telefonate alla Guardia Costiera. Attualmente, sono in pochi a distinguere ciò che è legale da ciò che non lo è, ovviamente oltre ai pescatori di frodo, pertanto faccio appello alla sensibilità di ognuno di voi affinché vi uniate alla protesta per dire basta alla pesca illegale che sta distruggendo il nostro mare».

 

 

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