MESSINA. Domenica 8 giugno (alle ore 18,30, nel “Vittorio Alfieri”) sarà “Antigone – Il sogno della farfalla”, prodotto da Officine Jonike Arti, a chiudere il cartellone di primavera di “Teatri di Naso”, la rassegna di drammaturgia contemporanea, diretta da Roberto Zorn Bonaventura. Lo spettacolo, scritto dalla compianta scrittrice, regista e attrice messinese Donatella Venuti, è liberamente ispirato al romanzo “La tomba di Antigone” di Maria Zambrano. Gli interpreti sono Maria Milasi e Americo Melchionda, che firma anche la regia. La voce registrata è di Donatella Venuti. Scenografia di Virginia Melis e Gabriele Lazzaro.
“Teatri di Naso” riprenderà in autunno con un cartellone che presenterà altri sei spettacoli, sempre di collaudato pregio artistico.
Come si legge nelle note di regìa, «Antigone indossa un logorato abito da sposa, ingurgita compulsivamente le pillole che bloccano l’enzima PKMZeta della memoria: vuole dimenticare! Ma in un luogo non luogo tra vita e morte, le ombre dei personaggi della sua storia si sovrappongono nel suo cervello sotto forma di allucinazioni. Non le rimane che attraversarle quelle ombre, e forse, alla fine, riuscirà a raggiungere Polinice nella città dei fratelli, la città nuova: “… in cui non ci saranno né figli, né padri, non ci sarà sacrificio e l’amore non sarà più accerchiato dalla morte”».
«Tratto – si legge ancora – da “La tomba di Antigone” (1967), sorprendente romanzo filosofico-poetico-teatrale della filosofa spagnola Maria Zambrano (1904-1991), in esilio per 45 anni durante la dittatura franchista, “Antigone – Il sogno della Farfalla” dà voce a tutte quelle donne – eroine/martiri – che lottano contro le Leggi Prevaricatrici generate dall’abuso del potere, dalla violenza della guerra e dall’annichilimento del concetto stesso di “Umanità”».
Come aveva scritto Donatella Venuti, «Antigone rappresenta l’aurora della coscienza. Perciò in lei, vita e morte convivono unite, nel gesto dell’andare oltre, nel trascendere il mondo terrestre e quello degli dei sotterranei. Antigone viene murata viva per continuare a vivere la propria morte insieme alla propria vita non vissuta, rivivendo così la tragedia della propria famiglia e della città di Tebe. “La tomba di Antigone” della Zambrano è la guida di questa drammaturgia, fa vivere la figlia di Edipo in un tempo supplementare e di un vita propria dentro e oltre la tragedia conosciuta. Antigone è sola “nel silenzio e nell’assenza degli dei”, diventa anello di congiunzione tra amore e conoscenza, tra vita e morte, sognando i personaggi della sua vita come reali fantasmi di una probabile scena, sedotti e ammaliati dal suo doloroso sacrificio».
“Teatri di Naso”, rassegna fortemente voluta dal Comune di Naso, si avvale dell’organizzazione dell’associazione “Castello di Sancio Panza”, del sostegno di Latitudini, rete di drammaturgia siciliana, della collaborazione della Pro Loco Naso, della direzione tecnica di Stefano Barbagallo e della grafica di Riccardo Bonaventura.