MESSINA. Non aveva applicato interessi da usura. La sentenza è stata pronunciata dalla Prima sezione penale del tribunale che ha assolto Giovanni Cartia, presidente del Consiglio di amministrazione della Banca Agricola popolare di Ragusa accusato di usura bancaria. Cartia, che nel processo è stato difeso dall’avvocato Tommaso Autru Ryolo e dall’avvocato Guido Ziccone, è stato assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Il pubblico ministero d’udienza aveva chiesto la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione.  L’accusa contestava che nell’ambito di un rapporto di conto corrente intrattenuto con una ditta di ceramiche nella sede di Messina, Cartia, in qualità di presidente del Cda della banca, avrebbe applicato tassi interessi usurai nel periodo del IV trimestre del 2009, in particolare Taeg 41,680 contro un tasso soglia pari a 17,640 e comunque non avrebbe vigilato affinché non fossero applicati tassi di interessi usurai. Contestata anche l’aggravante di aver commesso il fatto nell’esercizio dell’attività bancaria professionale ai danni di un esercente di attività imprenditoriali. Accuse che non hanno trovato alcun riscontro nel corso del processo, il tribunale lo ha quindi assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.

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