MESSINA. Continua la campagna “Si Resti, Arrinesci” e oggi, in decine di comuni e piccoli borghi siciliani, le diverse comunità hanno dato vita ad una fiaccolata per mantenere alta l’attenzione di tutta la società siciliana  sul grave problema dell’emigrazione giovanile forzata dall’isola e per sollecitare ancora una volta le istituzioni nell’avviare un processo reale di risoluzione della problematica.

 “Addumamu i luci pi farinni abbiriri”, questo lo slogan dell’iniziativa che si è svolta a Palermo, Bagheria, Petralia Soprana, Marsala, Mazara, Salemi, Gela, Agrigento, S. Biagio Platani, Catania e Messina. Proprio a Messina decine di messinesi si sono visti a Largo Seggiola per ricordare, insieme a chi vive fuori il resto dell’anno, che il tema dell’emigrazione dalla Sicilia è un fenomeno drammatico ancora poco discusso. Anche qui lo striscione con il nome della campagna #sirestiarrinesci e tante fiaccole per attirare l’attenzione.

Non mollano la presa i siciliani della manifestazione e colgono ogni occasione per mantenere la questione al centro del dibattito pubblico e pressare la politica istituzionale affinché inizi a occuparsene seriamente.

Proprio oggi l’assemblea dell’Anci ha incontrato il presidente della regione Musumeci rivendicando risorse e un nuovo modello di sviluppo per l’isola che possa permettere ai giovani di rimanere. Qualcosa, dunque, inizia a muoversi nella giusta direzione e il movimento va avanti sempre più spedito.

 Dopo la manifestazione regionale del 25 ottobre a Palermo, importante chiave di volta della campagna, la giornata di pulizia dei territori e le diverse assemblee cittadine datesi su tutto il territorio regionale, quello di oggi si delinea come ulteriore importante appuntamento di piazza, altamente simbolico e fortemente comunicativo, che ha manifestato il forte protagonismo e interesse dei siciliani.

Ci hanno insegnato a vivere l’emigrazione forzata dalla nostra terra con conseguente suo spopolamento e impoverimento come un destino ineluttabile, a tollerarla come un male normalizzato. Ma così non è e adesso diciamo basta! Ciò che reclamiamo è il diritto alle radici! Non ci fermeremo fin quando non verrà delineato un nuovo modo di intendere la Sicilia, fino a quando non verrà elaborato un nuovo modello di sviluppo con una diversa gestione delle risorse che permetta di realizzare quelle condizioni necessarie per vivere dignitosamente nei luoghi in cui siamo nati e in cui abbiamo i nostri affetti! Riduzione del costo della benzina e aumento delle royalties, tempo pieno a scuola e fine dei tagli dello Stato agli enti locali sono solo alcune delle misure che in tal senso andrebbero prese. Gli abitanti sono nutrimento per la propria terra, noi siamo la luce della nostra terra e dobbiamo brillare e farci vedere e farci sentire per risollevarla”, affermano.

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