MESSINA. Il Consiglio comunale di Messina chiede trasparenza per la gestione e la risoluzione della crisi idrica in città e, in particolare, sulla recente dimissione del direttore generale dell’Amam Pierfrancesco Donato. Ad alzare di più la voce, in particolare, sono i consiglieri comunali Giuseppe Villari (Capogruppo di Prima L’Italia), Libero Gioveni (Capogruppo di Fratelli d’Italia) e il gruppo consiliare del Pd (Alessandro Russo, Felice Calabrò e Antonia Russo).
“Le dimissioni del direttore generale di AMAM costituiscono soltanto l’ultimo episodio di una lunga serie di eventi significativi che vedono coinvolta l’azienda idrica messinese – scrivono, infatti, i consiglieri del Partito Democratico – Solo nello scorso gennaio, infatti, l’allora direttore tecnico di AMAM, da pochissimo nominato, lasciò l’incarico senza che l’Azienda comunicasse le ragioni di questo abbandono e metabolizzando l’evento come fosse ordinaria amministrazione”.
“Oggi, le dimissioni del DG Donato, che sono liquidate con un semplice comunicato stampa peraltro ricco di allusioni a fatti, circostanze ed episodi degli ultimi mesi, non possono e non devono restare senza spiegazioni alla città. Anche e soprattutto a seguito di una lunga crisi gestionale che per tutta la stagione estiva, e ancora oggi, inchioda l’Azienda a precise responsabilità dinanzi ai messinesi, che la tengono in piedi con le proprie tasche”, proseguono gli esponenti del civico consesso.
“Ecco perché, come gruppo consiliare, abbiamo chiesto urgentemente la trasmissione di tutte le carte di AMAM relative alle presunte contestazioni effettuate nei confronti di Donato e la contestuale convocazione dei vertici aziendali in competente commissione consiliare. Serve fare chiarezza in tempi molto stretti sul perché, in AMAM, direttori generali e direttori tecnici saltano in breve tempo e sul perché queste circostanze vengano liquidate con una semplice alzata di spalle dall’amministrazione”, continuano Alessandro Russo, Felice Calabrò e Antonella Russo.
“AMAM gestisce milioni di euro pubblici, in appalti, affidamenti, lavori e servizi. Serve comprendere una volta per tutte a quali scelte ci si riferisce, a quali mancanze gestionali si allude, a quali eventuali errori nella gestione si intende imputare una mancanza di capacità gestionale, quando si assiste a una dimissione così eclatante come quella del DG Donato. E serve fare chiarezza su questi punti con immediatezza, ricostruendo eventuali linee di responsabilità politiche che possano avere motivato le recenti dimissioni aziendali. Non vogliamo assistere a queste ulteriori dimissioni come fosse fisiologica amministrazione di tutti i giorni: non è così. L’amministrazione Basile deve chiarire alla città se vi sono state responsabilità di condotte errate, di atti non appropriati ed eventuali conseguenze sulla efficienza dell’azienda acquedotto. Lo chiediamo noi ma lo pretendiamo anche nei confronti della città, che, in piena sofferenza idrica, si domanda se parte delle loro sofferenze possano essere dovute da cattive gestioni delle nostre aziende partecipate”, conclude il gruppo consiliare.
“Se ci vogliono far passare per normale il fatto che in due importanti aziende pubbliche come Amam e Messina social city si dimettono a stretto giro ben quattro direttori generali durando in carica, ognuno, pochi mesi, io non l’accetto ed intendo vederci chiaro”, commentava, invece, due giorni fa Libero Gioveni, che in un documento firmato insieme al consigliere Giuseppe Villari, inoltre, chiedeva copia della lettera di dimissioni e “copia delle 2 contestazioni fatte dal CDA dell’AMAM del 27 e 30 settembre”.
“Al netto delle improvvise dimissioni del dottor Donato che in qualche modo avevo profetizzato nell’ultima seduta del Consiglio Comunale dedicata alla crisi idrica e al quale comunque esprimo solidarietà per aver fatto da capro espiatorio visto che a dimettersi doveva essere la sua presidente, non può affatto passare sotto traccia questa sorta di ‘bollettino da guerra’ che riguarda i direttori generali dimissionari“, prosegue Gioveni, tirando in ballo i direttori generali della Messina Social City che si sono dimessi.
“Tutto questo è normale al cospetto di servizi delicati da garantire? Io dico no. È evidente che fra la politica (i vari CdA) e la direzione generale e, chissà, anche la supervisione dall’alto di chi certamente ha voce in capitolo sull’amministrazione della città, non si trovi la giusta sintonia – commenta l’esponente di FdI – E poiché in mezzo a tutta questa baraonda ci stanno i cittadini e i servizi essenziali da garantire, le forze politiche di opposizione hanno l’obbligo di analizzare quanto accaduto e determinarsi sulle possibili iniziative politiche da intraprendere“.