MESSINA. Un flash mob davanti la Casa dello studente chiusa da 15 anni, per denunciare l’assenza di politiche abitative da parte del Governo, l’incedere degli sfratti, la condizione di sofferenza abitativa di centinaia di migliaia di famiglie e la difficoltà di migliaia di studenti fuori sede che non riescono a trovare un posto letto a prezzi accessibili.
E’ la mobilitazione organizzata da Unione Inquilini, Udu e Sunia di Messina, che dalle 10 di stamattina hanno partecipato all’iniziativa “Sfratti zero – vuoti zero” contro l’incedere degli sfratti e contro l’abbandono e il degrado del patrimonio immobiliare pubblico e privato. La Casa dello studente chiusa da anni rappresenta, spiegano, “quel “vuoto materiale” che assieme ad altri immobili pubblici e privati possono e devono essere riutilizzati e ristrutturati per svolgere la propria funzione sociale. A Messina studiare da fuori sede, con un aumento del 7% rispetto al 2022 dei costi delle camere, è diventato un lusso”, spiegano.
Secondo gli organizzatori, in Italia sono 39.373 i provvedimenti di sfratto emessi nel corso del 2023, con 73.809 richieste di esecuzione e 21.345 sfratti eseguiti. In Sicilia si registrano 4905 richieste di esecuzione mentre nella provincia di Messina, 167 i provvedimenti di sfratti emessi, 209 le richieste di esecuzione e 89 gli sfratti eseguiti con l’ausilio della forza pubblica (11% in più rispetto all’anno precedente). Un trend, in provincia di Messina, tutto sommato in linea con il 2022, ma che preoccupa considerati l’inflazione crescente e l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità (aumentati del 12% rispetto al 2022).
“La mutazione del reddito di cittadinanza in ADI, la mancanza di prospettive occupazionali dignitose e durature nel Paese e l’assenza di un vero Welfare abitativo stanno aggravando il processo già in atto di grave sofferenza abitativa: servono politiche strutturali sulla casa piuttosto che leggi fortemente repressive, sanzionatorie e profondamente antisociali come il DDL 1236 (Decreto sicurezza) contro il quale si terrà un corteo a Messina giorno 26 ottobre alle ore 17:00″, scrivono gli organizzatori.
“Nel 2023 erano in condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie (8,4% sul totale delle famiglie residenti), valore stabile rispetto al 2022 (5,7milioni di cittadini). L’Istat afferma che nel 2023 superano abbondantemente quota 1 milione le famiglie in affitto in povertà assoluta: su questo incidono l’inflazione, il lavoro povero, l’assenza di offerta pubblica di alloggi a canone sociale e l’irresponsabile azzeramento dei fondi contributi affitto e morosità incolpevole tagliati dal Governo Meloni. Se ci riferiamo solo alle famiglie con presenza di minori Istat afferma che le famiglie in povertà assoluta e in affitto erano nel 2022 il 27,1% delle famiglie in povertà, e nel 2023 sono diventate il 31%. A fronte di un aumento significativo di famiglie in povertà assoluta in affitto che vedono la presenza di minori, quale idea di stato sociale ha questo governo? Dovremmo credere ad una narrazione fatta di mera propaganda come il Piano Casa?”
“Ci sono circa 300 posti letto pubblici a fronte di migliaia di studenti fuori sede. Strutture come la casa dello studente sono in ristrutturazione da decenni e il costo medio per una stanza singola risulta essere di 265 euro. Vivere e studiare nella stessa città è ormai un privilegio riservato a chi ha le risorse economiche necessarie. È una questione che portiamo all’attenzione regolarmente, chiedendo maggiori investimenti, regolamentazioni adeguate e azioni concrete”, concludono. “Questa mobilitazione segna il primo passo per la costituzione anche a Messina del Social Forum per il diritto all’Abitare”.
Certo apriamo le case e regaliamole! Poi tanto le tasse, le ristrutturazioni, le pagano loro! Se sfratti ci sono vorrà forse dire che ci sono inquilini morirai nel migliore dei casi per finire a chi ti lascia debiti a destra e manca con le utenze e magari ti distrugge o si porta via pure i mobili. Cerchiamo di essere seri!