MESSINA. Due giorni fa, sul tavolo della presidenza del consiglio comunale arriva una nota dell’amministrazione, diretta allo stesso consiglio: “votate la variante di salvaguardia, prima che la Regione invii un commissario per l’approvazione”. Due giorni dopo, otto capigruppo rispondono “no, non è possibile, per questioni  di opportunità politica e (forse) di normative”. Ma parlano dello schema del piano regolatore generale, non della “salvacolline”, la variante di salvaguardia che nel documento inviato dai capigruppo non è mai menzionata (e che è agli atti del consiglio da un oltre anno senza mai essere approdata in aula per il voto).

“Apprezziamo lo sforzo fatto dall’amministrazione per predisporre lo Schema di massima e le prescrizioni esecutive del nuovo PRG della città di Messina – scrivono Angelo Burrascano, Claudio Cardile, Nino Carreri, Alessandro La Cava, Francesco Pagano, Giuseppe Santalco, Fabrizio Sottile, Benedetto Vaccarino – Rileviamo che l’avvio del procedimento è avvenuto il 5/12/2013 , tuttavia solo  dopo oltre 4 anni la Giunta con delibera n° 197 del 10 aprile 2018 ha approvato lo Schema. L’amministrazione con nota del 26 aprile, ritenendo sussistenti le condizioni di urgenza e improrogabilità, invita la Presidenza del Consiglio ad avviare le procedure per l’adozione da parte del Consiglio. In maniera frettolosa la proposta di delibera è stata inviata ai Quartieri per il loro parere consultivo e gli stessi si sono espressi con n° 2 astensioni, 2 parere contrari e 2 pareri favorevoli, evidenziando quindi una palese diversa visione. Non si ritiene di entrare nel merito sulla sussistenza o meno dei principi di urgenza ed improrogabilità sostenuti sia dal Vice Segretario Generale che dal Sig. Assessore. Ci si richiama, invece, alla questione attinente al diverso profilo della “opportunità”, tant’è che la stessa Circolare del Ministero dell’Interno del 7.12.2006, richiamata dalla stessa amministrazione, evidenzia “Il problema si pone soprattutto nei casi in cui il potere, esercitato in prossimità del  suo spirare, regola situazioni future producendo effetti permanenti e/o differiti che vincolano nelle scelte discrezionali il successivo titolare della potestà”.

“In considerazione di ciò – continuano i capigruppo – al fine di non precludere o comunque vincolare le scelte discrezionali degli organi neo eletti, bisogna valutare se privilegiare l’urgenza ed improrogabilità propugnata da Accorinti (prescindendo sulla effettiva sussistenza), ovvero privilegiare un approccio futuro programmatico da parte del Sindaco e del Consiglio Comunale che il 10 giugno saranno eletti. Atteso quanto precede, considerato che potenzialmente sederanno nel Consiglio Comunale forze politiche che oggi non sono presenti, ma di rilevanza nazionale e regionale, riteniamo opportuno che i candidati a Sindaco abbiano la possibilità di poter valutare ed approfondire i temi contenuti nel nuovo PRG, interagendo anche con i professionisti che lo hanno predisposto, evitando così che una Giunta ed un Consiglio a fine mandato possano decidere le scelte future della città”.

Come mai i consiglieri parlano di approvazione dello schema di massima del piano regolatore, quando la nota dell’amministrazione parlava invece di approvare “Salvacolline”? Non si capisce.

Sulla questione si è espresso anche Antonio Saitta, candidato a sindaco del centrosinistra, sia pure in toni più sfumati. “Esiste già un insieme di norme di tutela ambientale che sono legge e che si possono già applicare, come ad esempio il Piano di assetto idrogeologico, il piano paesaggistivo e le norme a tutela di ZPS E SIC”, ha spiegato Saitta.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments