MESSINA. Quattordici divieti di accedere alle manifestazioni sportive (Daspo). È il provvedimento emesso lo scorso 25 agosto dal Questore di Messina a coronamento dell’accurata attività di indagine condotta dai poliziotti della Questura di Messina e dai colleghi catanesi sui tafferugli avvenuti lo scorso 9 aprile, presso gli imbarcaderi della Rada San Francesco della Caronte & Tourist, tra le tifoserie del Catania e della Cavese.

Ad essere denunciati a vario titolo per i reati di lesioni personali, nonché per possesso ed utilizzo di oggetti pericolosi, quali artifizi pirotecnici artigianali di origine vietata, fumogeni, bastoni di legno e di plastica, sono alcuni catanesi appartenenti ai gruppi denominati “ A sostegno di una fede” e “Skizzati”, già noti alle Forze dell’Ordine perché dediti agli scontri con le tifoserie avversarie. Non a caso tra questi non mancano pregiudicati per reati commessi in occasione di manifestazioni sportive.

Esemplare l’adozione di tre di tali provvedimenti a carico di altrettanti tifosi etnei della durata rispettivamente di 8 e 5 anni, con l’imposizione dell’obbligo di comparizione presso gli uffici di polizia in occasione degli incontri di calcio disputati dal Catania, già convalidati dalla locale.

Viso coperto da sciarpe e cappucci, spranghe, fumogeni, calci, pugni, bombe carta: sono gli elementi di un modus operandi ricostruito sapientemente dai poliziotti della Digos di Messina con la collaborazione dei colleghi del medesimo ufficio di Catania. 

Un episodio di grave violenza perpetrato da un gruppo di ultras catanese ai danni di un esiguo numero di tifosi cavesi che a bordo di un furgone era appena sbarcato a Messina dalla nave Zancle per assistere all’incontro Gela-Cavese che nel primo pomeriggio si sarebbe disputato nella cittadina nissena.

Ed è proprio durante le fasi di ormeggio della nave che i tifosi del Catania sfogano tutta la loro ostilità, non risparmiandosi neppure il lancio di bombe carta all’interno del furgone su cui viaggiavano alcuni tifosi della Cavese. 

A fare le spese dell’esplosione di una delle bombe era stata una minore, che riportava ferite lacero contuse dichiarate guaribili dai medici del pronto soccorso in 15 giorni.

Poderosa l’attività di ricostruzione e ricerca condotta dai poliziotti della Digos, che attraverso sopralluoghi effettuati nell’immediatezza dei fatti, attraverso la visione delle immagini registrate dalle telecamere, attraverso le informazioni raccolte da coloro che quella mattina erano presenti sul posto sono riusciti a identificare gli autori delle aggressioni e a raccogliere il materiale usato per offendere. 

 

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