MESSINA. Scintille ieri in commissione consiliare per il ponte sullo Stretto di Messina. A farle scoccare è stata l’audizione, la terza in calendario coi “portatori d’interesse”, con il comitato “No ponte Capo Peloro”, che ha illustrato che ha illustrato, con riferimenti alle contestazioni della relazione ambientale Via- VAS,  “i gravi rischi all’ambiente e alla stessa vivibilità e sicurezza dei cittadini di Messina“, come si legge in una nota. Cosa è successo? Al termine degli interventi di Daniele Ialacqua, Giuseppe Vitarelli e Giuliana Fiertler, il comitato ha abbandonato l’aula, per sottolineare la protesta nei confronti di un “consiglio comunale tardivo e non in grado d’incidere sul processo decisionale del ponte“. Polemica che ha infiammato gli animi di qualche consigliere e della presidenza della commissione.

Il comitato ha illustrato e lasciato agli atti della commissione una nota, fortemente critica nei confronti delle modalità di svolgimento della commissione che, secondo i nopontisti sarebbe “tardiva, senza alcun potere d’intervenire nel processo decisionale del ponte sullo Stretto, oggettivamente pro ponte, praticamente inutile”.

“L’assemblea ha aderito all’invito della commissione consiliare per rispetto della città e delle sue istituzioni rappresentative, ma non condivide né il metodo né il merito della commissione stessa. In particolare, si evidenzia che l’iniziativa comunale è tardiva rispetto ad un processo decisionale che è andato molto avanti nell’ultimo anno, come confermato anche dalla premessa della delibera che istituisce questa commissione, ed è arrivato già alla fase terminale del processo decisionale, senza che il comune di Messina ed i suoi organismi politici siano stati parte di tale processo o abbiano espresso alcuna osservazione critica sull’oggettivo impatto dell’opera sull’intero territorio urbano.

Tutto ciò, tra l’altro, ha permesso all’ad della Stretto di Messina s.p.a. Pietro Ciucci, in visita di recente nella nostra città, di sentirsi autorizzato a dettare tempi e modi delle future fasi progettuali, senza che il sindaco rappresentasse  e rivendicasse le esigenze ed i bisogni della collettività ed anzi dichiarando “La piena collaborazione per gli adempimenti previsti ai fini degli espropri e della comunicazione alla cittadinanza delle varie fasi operative”, come dire non ci avete coinvolto, non conosciamo neanche le carte, ma chiniamo il capo ed accettiamo i vostri diktat.

In secondo luogo, è di tutta evidenza, leggendo il testo della deliberazione comunale, che la commissione consiliare istituita ha un obiettivo ben preciso che è quello “di monitorare l’andamento dei lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto e di tutte le opere connesse e compensative, ritenute strategiche e necessarie per ottimizzare la pianificazione territoriale e la gestione delle risorse e dei servizi pubblici”. Non quindi una commissione super partes, ma una commissione con una mission ben precisa: pro ponte o in ogni caso rassegnata all’inevitabilità dell’opera.

Inoltre, secondo noi, tale commissione oltre ad essere tardiva, non sarà in grado di poter incidere sul processo decisionale e realizzativo dell’opera. Il comune, non avendo alcun ruolo all’interno della società Stretto di Messina s.p.a., è, difatti, tagliato fuori dal processo decisionale.

Se il consiglio comunale avesse voluto veramente rappresentare le differenti istanze della cittadinanza in merito alla realizzazione di un’opera, che impatterà in maniera irreversibile sul territorio, avrebbe dovuto richiedere che il progetto venisse sottoposto a dibattito pubblico,  ai sensi e per gli effetti della lett. b) comma 3 dell’articolo 3 del regolamento recante modalità di svolgimento, tipologie e soglie dimensionali delle opere sottoposte a dibattito pubblico, approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10.5.2018 n. 76. Il “dibattito pubblico”, in fattispecie come questa del Ponte sullo Stretto, era tra l’altro già previsto dall’art. 22 del precedente codice appalti, D. Lgs. 50/2016, ed è previsto anche dall’articolo 40 del Nuovo Codice Appalti, D. Lgs. 36/2023. Questa procedura consente, infatti, che tutti i soggetti, a vario titolo interessati alla realizzazione di grandi opere, discutano razionalmente sulle conseguenze di esse ed eventualmente propongano modifiche o alternative al progetto presentato.

L’aver rinunciato, da parte di questo Consiglio comunale, ad un prezioso strumento di democrazia partecipativa, come statuito dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 235/2018, che lo ha ritenuto conforme agli articoli 97, 117 e 118 della Costituzione, non ha permesso alla Nostra Città di essere in alcun modo protagonista del proprio futuro, costringendola a subire le conseguenze e i danni arrecati al territorio da un’opera, il cui impatto devastante è ben documentato dalle relazioni, prodotte dalle Associazioni Ambientaliste e dal nostro Comitato, che lasciamo agli atti della Commissione.

Come Comitato “No Ponte Capo Peloro” abbiamo realizzato e in questi mesi distribuito un opuscolo informativo, nel quale abbiamo sintetizzato le ragioni del nostro NO al ponte, di cui diamo ora rapida lettura. A quanto detto non abbiamo altro da aggiungere, se non sottolineare che non sarà solo la zona Nord di Messina ad essere devastata. Nella Valutazione di Impatto Ambientale e Strategica a p. 227 e ss. viene, infatti, evidenziato che lungo tutto il tracciato delle gallerie ferroviarie S. Agata e S. Cecilia, che sotto-attraversano il centro urbano, e delle gallerie autostradali Le Fosse e Faro potranno verificarsi fenomeni di subsidenza, ovvero sprofondamento del terreno, che arrecheranno danni variabili dalle semplici fessurazioni al crollo delle strutture sovrastanti.

Notevoli criticità interesseranno oltre 700 edifici, perché le prescrizioni, intimate dalla Commissione Ministeriale nella VIA-VAS, sono state solo parzialmente ottemperate dai progettisti. A titolo esemplificativo, di questo “disastro annunciato”, di cui il Comune dovrà rendere conto alla cittadinanza, lasciamo agli atti anche un estratto delle tavole del Progetto presentato da Eurolink nel 2011, relativo alla zona compresa tra viale Europa e via T. Cannizzaro.

Riteniamo a questo punto di non aver altro da comunicare a questa commissione, visto che il Comitato “No Ponte Capo Peloro” è assolutamente contrario al ponte sullo Stretto e non è disponibile a discutere sul come “monitorare l’andamento dei lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto” o sull’utilità o meno di eventuali opere connesse e compensative. Ci congediamo, lasciando agli atti anche questa splendida foto dello Stretto, con l’auspicio che l’incomparabile bellezza ed unicità paesaggistica del nostro mare non venga mai deturpata dal ponte, rispettando così i principi fondamentali contenuti nel novellato articolo 9 della nostra Costituzione”.

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