MESSINA. Una nottata di fango, pioggia, detriti la cui furia ha spazzato via le case sul pendio collinare della frazione di Scarcelli, a Saponara, provocando tre vittime, 700 sfollati, venti milioni di euro di danni e un ordine di evacuazione per 12 famiglie che abitavano in edifici ritenuti a rischio dalle squadre dei vigili del fuoco firmato dall’allora sindaco Nicola Venuto.

Sono passati otto anni dall’alluvione che, la notte del 22 novembre 2011, devastò  il paesino tirrenico provocando la morte del piccolo Luca Vinci, e di Luigi e Giuseppe Valla, padre e figlio.  Ma solo a inizio novembre è stata aggiudicata la gara per la progettazione esecutiva della messa in sicurezza del versante, che prevede interventi per il rimodellamento del pendio, con l’utilizzo di gabbionate, nel versante dal quale si sono staccate le frane, e lavori per la regimentazione delle acque.

La gara è stata aggiudicata al raggruppamento temporaneo di imprese coordinato dalla General Engineering di Benevento dall’ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e diretto da Maurizio Croce, ha infatti programmato la progettazione esecutiva. I fondi, o parte di essi, per la messa in sicurezza del territorio di Saponara, erano arrivati a maggio 2014: 33 milioni, provenienti dal fondo per la Cesione, stanziati nel luglio del 2012 con la prima ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri del 25 Giugno n. 11 e con la seconda, n. 71, del marzo 2103.

Nel frattempo, solo due interventi di messa in sicurezza e il riassetto idrogeologico della zona “Madonnina” di Saponara centro, per 1.548.975,13 euro, e la messa in sicurezza e il riassetto idrogeologico della zona “Monachella” nella frazione di San Pietro, per 1.681.762,42 euro, e gli interventi sul plesso scolastico.

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