MESSINA. Torna in strada il corteo No Ponte, con la manifestazione prevista il 10 agosto, con partenza da Piazza Cairoli.
In previsione del corteo, che partirà alle 18, domani, alle 10:30, è prevista una conferenza stampa nella sala ovale di Palazzo Zanca, durante la quale si parlerà anche della crisi idrica in atto.
Di seguito la nota stampa dei promotori:
”Anni di vergognose politiche infrastrutturali ci hanno condotti nella situazione in cui il Comune di Messina deve razionare l’acqua. Se prima avevamo l’acqua fino alle 11 di mattina. Adesso non ci possiamo permettere più neanche quella. E i responsabili sono gli stessi che adesso vogliono spendere 14 miliardi di euro per fare il ponte sullo stretto”
“Queste, in estrema sintesi, sono le ragioni per cui da vent’anni «vogliamo l’acqua dal rubinetto, non il ponte sullo stretto» è uno dei più significativi slogan dei No Ponte”.
“Quello che sta accadendo a Messina e in tutta la Sicilia, rappresenta a pieno l’enorme contraddizione del modello ponte o più in generale del modello grandi opere. Se chiedessimo a ogni abitante della Sicilia cosa sia prioritario per loro, risponderebbero: acqua, sanità e messa in sicurezza del territorio dal rischio incendi, sismico e idrogeologico. Salvini invece risponderebbe : ponte sullo stretto. Qualcosa ovviamente non torna! Quanto vale allora la nostra vita se ai signori del cemento vengono garantiti tutti i litri d’acqua necessari per bucare montagne a discapito di chi la usa per bere e mangiare? Cosa succederebbe se quei 14 miliardi venissero destinati alle vere necessità dei territori? Cosa succederebbe se le priorità dettate dalle centrali del potere economico venissero sostituite dalle priorità delle comunità? La risposta la sappiamo tutti. Per questo, con più rabbia che mai, ribadiamo che la battaglia NO PONTE è una battaglia che riguarda tutt* e la dobbiamo portare avanti insieme. Torniamo in piazza il 10 agosto, per chiedere la chiusura della STRETTO DI MESSINA SPA e per ribadire che devono essere gli abitanti dei territori a decidere come devono essere gestite le risorse pubbliche”.