MESSINA. Sul ponte che dovrebbe collegare SIcilia e Calabria c’è l’interesse del governo nazionale, e dei due regionali. Lo hanno sancito, uno di fronte all’altro, il viceministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli e i due governatori Nello Musumeci e Antonino Spirlì nel corso di un incontro che non ha aggiunto nulla a quanto non si sapesse già, ma che ha ribadito la comunanza di intenti tra Roma, Palermo e Catanzaro.

A esordire è Il presidente della regione Siciliana Nello Musumeci: “Il governo del premier Mario Draghi diventa per noi il punto di riferimento, per la presenza al suo interno di forze politiche da sempre favorevoli alla realizzazione del ponte sullo Stretto. Ogni perdita di tempo sarebbe inopportuna e mirata a rinviare sine die il tema”.

Musumeci salta a pie’ pari la questione finanziaria: “Siamo disposti a intervenire finanziariamente, qualora si dovesse rendere necessario l’aiuto della regione Sicilia”, con risorse non ancora impegnate ma disponibili per opere non ancora definite di Rfi e Anas, spiega. “Secondo Salini (del gruppo Webuild che ha acquisito, insieme a Impregilo, il progetto di Eurolink per il ponte, ndr) il problema finanziario è pretestuoso, (7,1 miliardi è il costo complessivo, 3 solo quello del ponte)”, ha spiegato il governatore della Regione Siciliana, citando “ventimila persone a lavorare per sei anni in una terra col 40% di tasso di povertà. Se Sicilia vuol diventare la piattaforma del Mediterraneo, e per farlo è necessario che uomini e merci possano attraversare lo Stretto in tre minuti“, ha concluso.

Perfetta consonanza di idee anche dall’altra parte dello Stretto, ha confermato il collega calabrese Antonino Spirlì: “I due continenti più importanti della vita dell’uomo, Asia e Africa, entrano da Suez o dal Mediterraneo, e l’ingresso d’Europa è la Sicilia, e non può esserci una frattura che rallenti il passaggio di uomini e cose. Il ponte non siamo qui a proporlo come possibile, lo pretendiamo perchè è indispensabile. La responsabilità di un “no” vuol dire affermare il contrario dell’evidenza, e l’evidenza è che i tempi sono cambiati e che due territori che non abbiano continuità sono fuori da ogni concezione”.

Gli appelli dei due presidenti di regione sono rivolti ad Alessandro Morelli, viceministro delle Infrastrutture, che da parte sua sembra essere piuttosto attento alle istanze che gli sono indirizzate. “Io e il governo puntiamo molto a dare nuovo sviluppo infrastrutturale a territori che fino ad oggi sono stati trascurati” ha esordito, mentre ai suoi lati i due presidenti annuivano convintamente.

Nei prossimi giorni verrà esposta in sede parlamentare la relazione sulle ipotesi progettuali del ponte. “Ho deciso che prima che la relazione fosse pubblica volevo rappresentare le posizioni chiare delle regioni davanti al governo. Se all’interno del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) questa infrastruttura non ha potuto trovare una sede, perchè il piano prevede che le opere siano pronte entro il 2026, per questo governo il ponte è comunque fondamentale”.

“Polo logistico più importante d’Europa”, ha definito Morelli la Sicilia, “e le infrastrutture dovranno essere di livello europeo”. Quaranta miliardi in Sicilia e venti in Calabria come fatturato di oltre seicentomila imprese che, ha aggiunto Morelli, “hanno il diritto di essere collegate. Se vogliamo che l’alta velocità arrivi in Sicilia, fare il ponte e le infrastrutture collegate è un’evidente conseguenza”.

A che punto è quindi il ponte? Anzi, da dove si ripartirà, dato che il progetto esecutivo del manufatto a campata unica è stato approvato nella fase definitiva sin dal 2010, e poi è stato stoppato perchè era caduto, nel 2012, l’interesse del governo? Non si sa. Se la commissione che da nove mesi sta esplorando soluzioni alternative a quel progetto tirerà fuori dal cappello i progetti allo studio (ponte sospeso come da progetto del 2020, due tunnel o ponte a tre campate), e se queste saranno accettate dal parlamento, si ricomincerà da zero. Viceversa, si riprenderà da dove si era interrotto nel 2010. Sicilia e Calabria hanno già fatto sapere che nessuna ipotesi che non sia lo “storico” ponte a campata unica nato con la legge obiettivo del 2003 e con progetto del 2010 sarà accettata. La prossima settimana il verdetto.

 

 

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