MESSINA. Spesi circa 257 mila euro per il rinnovamento dell’impianto di illuminazione a Castanea, ma ancora non sono sufficienti: sono stati infatti ristrutturati soli 207 punti luce sui circa 500 presenti in tutto il villaggio, con una somma stanziata di ben 300 mila euro a cui ne sono stati sottratti circa 40 mila relativi ad una serie di oneri legati all’appalto di realizzazione, vinto dalla “Bcs costruzione s.r.l.”.

Ma nonostante l’incompletezza del lavoro, a quanto pare nel villaggio di Castanea non verranno aperti nuovi cantieri per i prossimi due anni, e a spiegarne il perché, il responsabile dell’ufficio di Pubblica illuminazione, Salvatore Saglimbeni: il Comune di Messina avrà a disposizione circa 39 milioni euro per completare una parte dei lavori in tutta la città entro il 2020, fondi derivanti da un finanziamento pon metro, da importi finanziati dai bilanci comunali e da somme legate alla fornitura di energia elettrica, coprendo la manutenzione ordinaria e straordinaria, il relamping e la fornitura di energia elettrica per i prossimi sei anni.

Anzi, aggiunge l’ingegnere, “alla fine del 2017, per il bilancio previsionale 2018, i consiglieri comunali sono venuti da me a chiedermi dove destinare i soldi relativi alla pubblica illuminazione. Io ho risposto Castanea e Pezzolo, e sono stati realizzati i progetti. Ho fatto quello che ho potuto con quei soldi – continua – Gli interventi si fanno sulla base di un budget non sulla base di una necessità, perché è ovvio che la necessità è risolvere il problema tutto il paese“.

“Riguardo il costo dell’impianto e su quanto dovrebbe essere destinato a questi villaggi, il mio ufficio opera in relazione alle risorse che le amministrazioni riescono, nella possibilità economica che caratterizza questa fase di vita del Comune e più in generale di tutti gli enti, a rendere disponibili”, risponde l’ingegnere a seguito di una lamentela sulla somma stanziata che, afferma Marco Rizzo, abitante della zona, “è niente in confronto ai fondi che dovrebbero essere destinati a questi villaggi”.

Inoltre, “E’ documentato che i costi degli interventi che attuiamo sono sensibilmente più bassi di quelli sostenuti da altre amministrazioni“, sottolinea l’ingegnere Saglimbeni, spiegando come il Comune di Messina non abbia rispettato le tariffe all’interno del prezzario regionale, anche se obbligatorie. “Ce ne siamo fregati perché è sbagliato. Questo ufficio sta attento a come si spendono i soldi, infatti per una plafoniera abbiamo speso il 50% in meno della somma prevista dalla regione“.

Altri malcontenti, sono invece relativi all’impianto che, sempre secondo Marco Rizzo (“ma anche secondo altri compaesani”, specifica), “non è appropriato, essendo per strade provinciali, statali o autostrade e non per un centro storico”. In particolare a quest’ultima osservazione, l’ingegnere ha risposto in maniera molto diretta: “Non so se la persona che fa queste valutazioni sia un tecnico specializzato in illuminotecnica, ma direi di no”.

A rallentare i lavori in tutta la città, inoltre, i ricorsi al Tar da parte delle ditte arrivate dietro in graduatoria rispetto alla vincitrice. Verificata la correttezza della gara, rassicura però Saglimbeni, “i punti luce scoperti della città verranno sostituiti con delle plafoniere a led”.

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