MESSINA. La villa Mazzini è chiusa da novembre per un restyling da circa 500mila euro che dovrebbe farla tornare come nuova. Anzi meglio. In attesa di poter accedere nuovamente all’area, però, ad oggi non si vedono i cinque operai in azione per la riqualificazione del polmone verde cittadino: una circostanza che ha spesso generato il malcontento dei cittadini. Qual è il motivo? «Si sono fermati perché gran parte del lavoro preparatorio è stato fatto. Stanno aspettando che arrivi la fornitura per la pavimentazione. Abbiamo dovuto aspettare un passaggio prima di scegliere le mattonelle», spiega il direttore ai lavori Giovanni Rizzo, che però assicura come gli interventi stiano procedendo secondo il cronoprogramma.

Sono 180 i giorni previsti per la realizzazione dell’opera. Sei mesi a partire dalla data di consegna dei lavori (15 novembre 2021), che dovrebbero scadere l’11 giugno 2022. Gli interventi erano iniziati in ritardo a causa del difficile reperimento dei materiali, spiegava qualche mese fa l’ex assessore Francesco Caminiti, precisando però che «i tempi per finire non sono cambiati». Un mese dopo, dal 13 dicembre 2021, gli operai hanno quindi materialmente “messo le mani” sulla villa, per un restyling totale che dovrebbe cambiarle il volto.

In cosa consistono gli interventi? Messa in sicurezza dell’area, recupero della pavimentazione, ripristino e allargamento delle aiuole (con la realizzazione dei relativi muretti), sistemazione dei cancelli d’ingresso e della recinzione di tutto il perimetro, ristrutturazione dei bagni e dell’impianto di irrigazione, aggiunta di una rete wi-fi e realizzazione di un impianto di videosorveglianza. In particolare, l’allargamento delle aiuole è dovuto alle caratteristiche degli alberi presenti all’interno della Villa Mazzini: il Ficus macrophilla o magnolioides, che stando a quanto detto dalla Forestale, spiega Caminiti, ha bisogno di piantare le radici pendenti dai rami nel terreno. Da qui l’esigenza di ingrandire le aiuole.

«Siamo in regola – spiega il direttore ai lavori Giovanni Rizzo – in questi giorni hanno finito tutto quello che potevano fare, come l’allargamento delle aiuole, in maniera tale che le radici aeree possano arrivare fino a terra. Il problema di prima era che queste radici non avevano il loro sfogo sul terreno e causavano rigonfiamenti della pavimentazione». Da qui nasce l’esigenza di un «lavoro di “scuci e cuci” dove c’erano le radici che rialzavano il terreno, con la rimozione delle mattonelle rovinate e la collocazione delle stesse recuperate dai laterali». Nei vicoli laterali, infatti, non verrà utilizzata la stessa pavimentazione, pertanto è stato possibile prelevare alcune mattonelle.

Il motivo del cambio di pavimentazione, oltre che per una decisione della Soprintendenza, è che «i laterali avevano problematiche più pesanti rispetto all’asse centrale – spiega sempre l’architetto Rizzo – Rimuovendo le mattonelle si è effettuato il lavoro preparatorio così quando arriverà la pavimentazione si potrà collocare». Quando è previsto l’arrivo? «Entro la fine della settimana prossima», secondo il direttore ai lavori. Ecco perché l’attesa degli operati, i cui giorni lavorativi non hanno subìto un arresto ma «vanno avanti», sottolinea Rizzo, precisando anche che non avrebbe avuto senso iniziare dopo i lavori per tenere il polmone verde cittadino meno tempo chiuso, in quanto «i tempi sono sempre quelli». Una cosa tiene a precisarla: «Le mattonelle sono state tolte a mano una ad una. Ho fatto perdere molto tempo agli operai per non rovinarle».

Sulle aiuole, il direttore ai lavori precisa che «alcune sono state fatte nuove con la cosiddetta “lumachina”, una pietra che storicamente contornava le aiuole della villa Mazzini. Questa è stata riproposta in due spazi che sono stati allargati».

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