MESSINA. I messinesi hanno più bisogno di beni e servizi materiali e di sussidi economici. È quanto emerge dal report diocesano 2021-22 su povertà ed esclusione sociale dell’Osservatorio diocesano delle Povertà e delle Risorse di Messina, che attraverso un’analisi delle richieste pervenute dai cittadini in difficoltà si è posto l’obiettivo di stilare una relazione educativa per uscire dalla crisi. Anche se sono in crescita le problematiche relative agli alloggi, alla salute e quelle familiari.

Ben l’83,6% delle richieste ricevute, infatti, ha riguardato nel 2021 le voci “beni e servizi” e “sussidi economici”, alle quali è stata data risposta nell’85% degli interventi eseguiti. Percentuali analoghe a quelle del 2020 quando le richieste di beni e servizi materiali e di sussidi economici si attestavano all’84,2% ed i rispettivi interventi erano dell’82,9%. Sostanzialmente stabili anche gli interventi di solo “ascolto” che sono passati dal 14,9% del 2020 al 13,3% del 2021.

In sostanza, i Centri di Ascolto Caritas (CDA) hanno svolto e continuano a svolgere, anche nel biennio 2020/2021, una preziosa opera di “ammortizzatore sociale” erogando principalmente interventi a sostegno delle famiglie nelle necessità più essenziali (pagamento utenze e fornitura di generi alimentari). Restano confermati i bisogni economici e di mancanza di lavoro che sommati raggiungono oltre la metà dei bisogni riscontrati (57,3% nel 2020, 56,1% nel 2021 e 48,7 nel primo semestre 2022), ma altri bisogni emergono come campanelli di allarme da non sottovalutare. In crescita le “problematiche abitative” riscontrate dai CDA che passano dal 7,3% del 2020 all’8,1% del 2021 per attestarsi al 10,5% nel primo semestre di quest’anno. Da non trascurare, per i riflessi sociali che celano, i dati relativi alle “problematiche di salute” (10,2% nel 2020, 10,9% nel 2021, 13,3% nel primo semestre 2022) e quelli relativi ai “problemi familiari” (9,6% nel 2020, 8,7% nel 2021, 12,3% nel primo semestre 2022).

Ma come sono cambiati esattamente i numeri dei cittadini in difficoltà dal 2018 ad oggi, considerando anche i sussidi statali come il Reddito di Cittadinanza e la pandemia che ha messo in ginocchio numerose famiglie? «Il servizio dei Centri di Ascolto Caritas (CDA) è stato pesantemente segnato dal dilagare della pandemia da Covid-19, dal lockdown del 2020 e dalle conseguenti chiusure generalizzate in ogni tipo di attività – spiegano nel report – Una ulteriore aggravante, che ha limitato il lavoro dei CDA, è stata l’elevata età media dei volontari, che ha condizionato notevolmente la possibilità di svolgere servizio a contatto con il pubblico, per il fondato timore di poter facilmente contrarre il virus, con il verificarsi di gravi conseguenze. Nel 2018 il volume totale di prestazioni registrate è stato di 2834 unità, mentre nel 2019 si è registrato un volume totale di 1952 prestazioni. Al netto delle fisiologiche oscillazioni di dati inseriti tra un anno e l’altro, dovuto a situazionicontingenti e specifiche dei singoli centri di ascolto, nel complesso, il giudizio elaborato dai CDA circa questo calo di prestazioni, è stato attribuito all’entrata in vigore del Reddito di Cittadinanza (6 marzo 2019) che ha ridotto il numero degli accessi ai Centri di Ascolto per richieste di sussidio».

Diminuzione presente anche tra il 2019 ed il 2022: «Si noterà infatti una prima riduzione a partire proprio dal 2° semestre 2019. La successiva riduzione di persone coincide con i primi effetti della crisi sanitaria nel 2° semestre 2020Va detto che mentre nel primo caso, la riduzione del numero di richieste d’aiuto è avvenuta nonostante l’offerta di servizi dei CDA fosse continua, costante e disponile, nel secondo caso la riduzione in valore assoluto delle persone prese in carico è dovuta sia alla chiusura di molti CDA che alla mancata registrazione degli interven- ti durante il periodo emergenziale. In quel periodo, sebbene, numerosi CDA abbiano incrementato notevolmente il numero di interventi (+25% gli interventi e +26% i nuovi utenti, dati rilevati attraverso questionario somministrato ai CDA a giugno 2020) a cominciare dal CDA diocesano, che ha erogato buoni spesa a tutte le persone in stato di bisogno ed ha rifornito numerose Parrocchie di tutto il territorio diocesano, tale incremento non è stato registrato né sulle schede cartacee, né su OsPo web. Si noti, infatti, che il numero di CDA è notevolmente diminuito rispetto alle precedenti (17 CDA nel 2018 contro 8 nel 2021), come anche il numero di CDA con interventi superiori a 100/anno è passato da 7 nel 2018 a 2 nel 2021».

E a livello nazionale? «Nel 2021 la povertà assoluta conferma i suoi massimi storici toccati nel 2020, anno di inizio della pandemia da Covid-19 – si legge nel rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale “L’Anello debole” Le famiglie in povertà assoluta risultano 1 milione 960mila, pari a 5.571.000 per- sone (il 9,4% della popolazione residente). L’incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno (10% dal 9,4% del 2020) mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-Ovest (6,7% da 7,9%). In riferimento all’età, i livelli di povertà continuano a essere inversamente proporzionali all’età: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori (quasi 1,4 milioni bambini e i ragazzi poveri), all’11,4% fra i giovani di 18-34 anni, all’11,1% per la classe 35-64 anni e al 5,3% per gli over 65 (valore sotto il la media nazionale). Tra il 2020 e il 2021 l’incidenza della povertà è cresciuta più della media per le famiglie con almeno 4 persone, le famiglie con persona di riferimento di età tra 35 e 55 anni, i bambini di 4-6 anni, le famiglie degli stranieri e quelle con almeno un reddito da lavoro. È cresciuta meno della media per le famiglie piccole, con anziani, composte da soli italiani».

Nei soli Centri di Ascolto delle Caritas diocesane del Paese, infatti, le persone incontrate e supportate sono state 227.566 persone. Rispetto al 2020 si è registrato un incremento del 7,7% del numero di beneficiari supportati (legato soprattutto agli stranieri); non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di persone che oscillano tra il dentro fuori dallo stato di bisogno. Chiedono aiuto sia uomini (50,9%) che donne (49,1%). Cresce da un anno all’altro l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 55%, con punte che arrivano al 65,7% e al 61,2% nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est; di contro, nel Sud e nelle Isole, prevalgono gli assistiti di cittadinanza italiana, che corrispondono rispettivamente al 68,3% e al 74,2% dell’utenza. L’età media dei beneficiari si attesta a 45,8 anni. Complessivamente le persone senza dimora incontrate sono state 23.976, pari al 16,2% dell’utenza: si tratta per lo più di uomini (72,8%), stranieri (66,3%), celibi (45,1%), con un’età media di 43,7 anni e incontrati soprattutto nelle strutture del Nord (questa macroregione ha intercettato quasi la metà degli homeless d’Italia).

«Già dallo scorso anno il lavoro è stato impreziosito grazie all’apporto qualificato del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche della nostra Università degli Studi di Messina, attraverso la partecipazione dei docenti del Corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale, che sentitamente ringrazio – spiega Padre Nino Basile, direttore della Caritas diocesana – Mi piace, però, sottolineare come il lavoro dell’OPR non sia una mera raccolta di informazioni e statistiche che, pur rivestendo la loro importanza, poco basterebbero per assolvere al nostro compito di narrazione, della vita concreta delle tante persone incontrate ed accolte ogni anno, nelle molteplici attività della Caritas diocesana. Questa è l’occasione per rivolgere un caloroso ringraziamento ad operatori e volontari impegnati nei servizi alla persona, su tutto il territorio diocesano. Le tante Case di Accoglienza gestite dalla Cooperativa S. Maria della Strada, dai Padri Rogazionisti e dai Padri Orionini, le mense, gli ambulatori medici, i servizi per le dipendenze, i Centri di Ascolto ed i servizi di strada a bassa soglia, restano luoghi luminosi di accoglienza ed ascolto delle fragilità. Il tentativo di raccontare tutto il mondo della carità che si concretizza ogni giorno nella nostra Arcidiocesi è immane e non possono certamente bastare le pagine di questo Report, ma questo strumento di osservazione e analisi vuole servire da occasione di confronto e di riflessione per la comunità. Anche per questo ringrazio la Comunità di Sant’Egidio e l’Azione Cattolica per aver scelto di collaborare con la Caritas all’interno dell’OPR, nel comune desiderio di costruire relazioni ed edificare la comunità diocesana».

«È interessante sottolineare come, in questi anni, ci sia stata una stretta correlazione tra il contenuto dei Report Povertà e le scelte pastorali di servizio verso i poveri contenute nella progettazione operativa della Caritas diocesana – continua Padre Basile – Grazie alla guida del nostro Arcivescovo Giovanni Accolla, la Caritas diocesana ha potuto realizzare importanti interventi nell’ambito della promozione del lavoro e della formazione professionale, si pensi al centinaio di tirocini formativi realizzati con il progetto triennale “Lavoro è Dignità”, alle preziose attività di socializzazione e reinserimento attuate nelle Carceri di Gazzi e di Barcellona P.G. realizzate con le associazioni D’Arteventi e DAF, e alle importanti attività educative rivolte ai minori attraverso la rete pubblico-privata del progetto “I CARE”Ciascuna di queste attività ha avuto la sua origine dall’osservazione dei bisogni riscontrati sul territorio, attraverso i Centri di Ascolto, ascoltando i parroci, i volontari e gli operatori di settore, ma soprattutto ascoltando le famiglie, i giovani, gli anziani che quotidianamente si ricolgono alle Parrocchie o agli Uffici diocesani. Stiamo attraversando anni molto difficili e ancora una volta la Chiesa che è in Messina Lipari S. Lucia del Mela si propone come compagna di strada di numerose famiglie che vivono nel bisogno, attuando, attraverso anche la Caritas quel modello di sinodalità tanto caro a papa Francesco», conclude.

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