MESSINA. “Abbiamo un atteggiamento propositivo e costruttivo”. E’ Guglielmo Sidoti a presentare il logo di MessinAccomuna (donato dal vignettista Vauro Senesi) alla sala ovale del comune di Messina, in un incontro per mettere al corrente la cittadinanza del lavoro svolto dal laboratorio di partecipazione politica. Lavoro che, in questa fase, si concentra soprattutto sul secondo palazzo di giustizia, argomento che MessinAccomuna sta approfondendo in tutti i suoi aspetti.

Partendo dal progetto dell’amministrazione di Renato  Accorinti, in accordo con il ministero della Giustizia, ministero della Difesa ed Agenzia del Demanio, il laboratorio ha preso in esame i fitti passivi corrisposti annualmente per un totale di 1.215.781,67 euro. In questo contesto si rileva un bando di evidenza pubblica del Ministero della Giustizia (29 gennaio 2019) relativo all’indagine di mercato per la ricerca di immobili da acquisire in locazione passiva per un totale di 4455 mq (2050 mq per sez lavoro Corte di Appello ed uffici nep più 2405 mq per gli uffici del giudice di pace). Da quanto emerge dallo stesso, è stato fissato per la prima volta a livello cittadino, un tetto massimo di euro 8/otto a mq per il canone di locazione mensile.

Questo dato risulta ancora più significativo se rapportato alle attuali condizioni dei contratti vigenti che prevedono un’oscillazione del costo dei fitti tra i 3/tre (da parte di Enti Pubblici) sino ai 12/dodici > 30/trenta euro al mq da parte di privati. A tal proposito il movimento ha voluto ribadire quanto risulti oneroso il ritardo rispetto all’avvio dei lavori di adeguamento dei locali dell’ex ospedale militare (caserma Scagliosi) che avrebbero permesso, dopo oltre 25 anni, di ovviare ai disagi relativi alle attuali condizioni con oltre 35000 mq dei quali 12000 coperti che sarebbero già stati idonei ad assorbire le metrature dei due bandi del Ministero della Giustizia con un risparmio di quasi un milione di euro annuo.

“Si sarebbe risolto procedendo con quanto fatto dall’amministrazione di Renato Accorinti con l’identificazione del secondo palazzo di giustizia nell’area dell’ex ospedale militare”, procedura stoppata dall’attuale amministrazione di Cateno De Luca. “Perdere ulteriore tempo nel trovare soluzioni diverse rispetto a quanto è immediatamente cantierabile è un grosso danno, uno spreco da 2300 euro al giorno”, spiega Maria Franzò.

“C’è un laboratorio che lavora in maniera costante, che ha già fatto un accesso agli atti – aggiunge Guglielmo Sidoti – e l’unica proposta concreta e possibile è quella dell’amministrazione Accorinti. Per l’ipotesi “alternativa” di ubicare il secondo tribunale nel parcheggio “fosso” di via La Farina invece non c’è alcun progetto”.

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