MESSINA. È Taranto la città d’Europa con la peggiore qualità della vita, con in generale in sud Italia fanalino di coda della classifica stilata dall’indagine Quality of life in European cities della Commissione Europea (che ha preso in considerazione 85 città del continente): meno del 70% dei cittadini, infatti, è soddisfatto della propria vita nella città pugliese. E poco sopra si trovano Reggio Calabria, Palermo, Napoli e Catania. Messina? Va controtendenza: se tutte quasi tutte le città del meridione d’Italia sono tra le peggiori per quasi tutte le categorie, dalle famiglie con i bambini alle minoranze etniche, Messina (insieme anche a Bari) fa parte di quel 30% di città europee in cui i cittadini, sempre secondo l’indagine, vedono un miglioramento. Studio che, però, non si basa su fattori oggettivi, ma su risposte di intervistati (incrociate poi con i dati Istat).
Il 43% degli intervistati nella città dello Stretto, infatti, sostiene di vivere meglio rispetto a cinque anni fa. Una tendenza positiva confrontata con la maggior parte delle altre città del continente prese in considerazione dal sondaggio, dove emerge che negli ultimi 5 anni i cittadini hanno percepito un peggioramento delle proprie condizioni di vita.
E la migliore? Si trova sempre in Italia, ed è Trento (con oltre il 95% di cittadini soddisfatti). Se, infatti, l’Italia ha molte dell città con la qualità della vita più bassa, ne ha altrettante ai livelli di Copenhagen e Stoccolma, come Bergamo, Brescia, Bolzano, Parma e Trieste. Ma sono tutte città del settentrione. Punti di forza del capoluogo del Trentino, comunque, sono la percezione di corruzione, i servizi pubblici e la pubblica amministrazione (anche se tutti i parametri, compreso l’integrazione alle possibilità di lavoro, sono positivi).
In generale, dal sondaggio emerge una discreta soddisfazione da parte dei cittadini italiani che abitano nei centri urbani: l’80% di loro si ritiene soddisfatto della propria città e della propri vita condotta in quella città. Media che, però, resta sotto quella europea, che vanta un 88% di persone con un giudizio positivo.
