MESSINA. “Nella provincia di Messina, dove il rischio sismico è molto elevato, la prevenzione può e deve rappresentare una grande occasione, sia per evitare sacrifici di vite umane, sia per dare un notevole contributo al rilancio dell’economia locale, con ricadute occupazionali importanti, soprattutto nel settore edile, negli ultimi anni sopraffatto dalla crisi”.
La Fillea Cgil di Messina, anche alla luce del recente terremoto di Ischia, dopo quelli più gravi del Centro Italia, ritiene ormai improrogabile la realizzazione di un piano di manutenzione straordinaria e di consolidamento antisismico degli immobili ad uso abitativo e non della nostra provincia, in cui ben 21 Comuni (tra cui Messina) sono classificati come zona sismica 1 (rischio massimo) e gli altri 87 ricadenti in zone sismiche di livello 2 (sismicità media).
“Proprio in virtù di questa classificazione – si legge in un comunicato – tutti i proprietari di prime e seconde case, i condomini e le imprese, possono provvedere all’adeguamento antisismico dei propri immobili ad uso abitativo, ma anche quelli adibiti ad attività produttive (dall’1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2021), ricevendo una detrazione d’imposta da recuperare in 5 anni (Bonus Sisma), variabile nella percentuale, a seconda della riduzione di rischio che si produce, su un massimale di spesa di € 96000,00 ad immobile: in particolare, se il rischio sismico si riduce di 1 classe la detrazione sarà del 70%, mentre sale all’80% se lo si riduce di 2 classi; per interventi su parti comuni di edifici condominiali la detrazione prevista è rispettivamente del 75% o 85%. Tra le spese detraibili rientrano anche quelle effettuate per la classificazione e verifica sismica degli edifici”.
“Un’opportunità importante – osserva il segretario generale della Fillea Cgil di Messina Enzo Cocivera – se opportunamente veicolata e sostenuta nei territori, con iniziative mirate che dovranno vedere coinvolte le parti sociali, le imprese, i tecnici e i cittadini, assieme alle amministrazioni comunali. La Fillea Cgil è pronta a fare la sua parte, convinta che la prevenzione costa meno della gestione delle emergenze, può contribuire a salvare vite umane e, in più, rappresenterebbe una grossa boccata di ossigeno per i tanti lavoratori edili che negli ultimi anni hanno perso il lavoro o si accontentano di poche ore saltuarie, senza nemmeno beneficiare di prestazioni assistenziali a sostegno del reddito e, quindi, per tante piccole e medie imprese che contemporaneamente hanno arrancato o si sono viste costrette a chiudere definitivamente o solo momentaneamente l’attività”.