MESSINA. «Nelle prossime ore, conto che lo Stato faccia lo Stato e che nessuno tiri il freno a mano» a commentare il nuovo stop della Corte dei Conti sul progetto definitivo del Ponte sullo Stretto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini collegandosi da remoto da Roma,al taglio del nastro per il primo lotto del raddoppio ferroviario Catania-Palermo.
Presenti il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e l’assessore Alessandro Aricò, il commissario Filippo Palazzo, l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana Aldo Isi e i rappresentanti dell’azienda We Build. Collegato da Roma, come detto, anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Sia per Schifani che per Salvini è stata occasione per attaccare la Corte dei Conti sul Ponte e sul collegamento tra la Sicilia e il resto della Penisola.
«I tecnici di mezzo governo sono insieme alla Corte dei Conti per capire se l’Italia può scommettere sul futuro, se l’Italia può avere grandi ambizioni, se l’Italia può ambire a essere la numero uno dal punto di vista infrastrutturale, dell’innovazione tecnologica, della ricerca applicata» ha detto Salvini in un videocollegamento mandato in onda su un maxi-schermo. «Quello che inaugurate oggi – ha continuato il ministro – è quello che conto di cominciare come cantiere già dal prossimo mese di novembre. Il Ponte sullo Stretto, lo ricordo, non collega Messina a Villa San Giovanni. Ma collega Palermo a Reggio Calabria, Roma, Milano, Monaco di Baviera, Berlino, Copenaghen, Helsinki, Stoccolma… Quindi è un unicum che dal nord Europa arriva alle coste siciliane. Ecco, nelle prossime ore, conto che lo Stato dimostri di essere Stato e quindi che tutti ambiamo a creare lavoro, occupazione, modernità, velocità, sicurezza, e che nessuno invece tiri il freno a mano».
«I miei rapporti con la Corte dei Conti sono stati, notoriamente, particolari- ha commentato il presidente Schifani, affermando dalle prime battute il tono del suo intervento- Non ho mai voluto fare polemica eccessiva, però è evidente che, come è emerso sul Ponte, non c’è nessuna conflittualità istituzionale ma c’è un problema. Tanto che non vi sfuggirà come la legge di riforma approvata alla Camera, e adesso al Senato per essere deliberata, ponga l’esigenza legislativa non tanto di limitare le competenze della Corte dei Conti però di disciplinarle meglio»
«Chiaramente, il fatto che un Paese si trovi, nell’ambito della realizzazione di una grande opera strategica, appeso alla valutazione di un organo contabile, mi lascia un attimo riflettere – ha ribadito Renato Schifani – Senza nessuno spirito di conflittualità. Però politicamente e istituzionalmente dobbiamo essere attenti allo scenario che si verifica. Attenti nel rispetto della Costituzione, ma anche delle prerogative di un esecutivo nazionale e anche regionale che punta a realizzare un’opera che migliorerà la viabilità e gli scambi internazionali dell’intero Mediterraneo, non tanto la Sicilia e la Calabria».






