MESSINA. Il ponte sullo Stretto procede  a singhiozzo. Mentre entro sabato il general contractor Webuild consegnerà la documentazione di aggiornamento del progetto definitivo (in attesa dell’esecutivo), come ha spiegato qualche giorno fa l’amministratore delegato Pietro Salini, il Governo, in sede di presentazione della nota di aggiornamento al documento economico finanziario, frena sulla possibilità di trovare i 13 miliardi necessari per l’opera.

La brusca frenata alle previsioni di crescita dell’Italia e le altre e più pressanti priorità economiche e sociali, hanno fatto sì che all’interno della maggioranza, la possibilità di trovare i fondi per il ponte fosse accolta tiepidamente, soprattutto da Fratelli d’Italia e Forza Italia. “Non si costruisce in 15 giorni. Si deve fare perché è un impegno che noi di Forza Italia abbiamo perché era una scelta fatta da Silvio Berlusconi. Vedremo quali saranno i tempi e quali gli investimenti che si possono fare in questa manovra, ha spiegato il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, che ha aggiunto, sull’ipotesi che la prima pietra del ponte sia posata nel 2024, “Io sono pragmatico. Bisogna essere sempre seri. Ai cittadini bisogna dire sempre la verità, non prenderli in giro, non fare né promesse apocalittiche né analisi distruttive”.

A Tajani ha fatto eco Maurizio Lupi, secondo cui “la situazione economica, però, impone di concentrare le risorse su famiglie, imprese, salari e sanità per sostenere lo sviluppo e la crescita”. A dare un barlume di speranza ci ha provato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, secondo cui “Il fondo opere infrastrutturali finanzierà, così come altre infrastrutture, anche il Ponte sullo Stretto di Messina. Il profilo temporale dell’impegno economico dipende dal profilo temporale del progetto e dei relativi stati di avanzamento”

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