MESSINA. «I numeri parlano chiaro: il Ponte sullo Stretto di Messina non ha più una copertura finanziaria di 13,5 miliardi di euro, ma di appena 10 miliardi. Tre miliardi e mezzo sono stati dirottati altrove con una scelta politica, non contabile. Questo significa una cosa sola: il Governo nazionale ha deciso di depotenziare e definanziare il Ponte, facendolo entrare in un binario morto».
Lo dichiara Cateno De Luca, intervenendo nel corso di una conferenza stampa all’ARS, durante la quale ha illustrato i dati relativi alle coperture finanziarie dell’opera.
«Quelle risorse – spiega De Luca – sono state destinate a ZES, aiuti alle imprese e caro materiali: scelte che condivido nel merito. Ma si tratta di spese definitive, non recuperabili in futuro. Oggi, dunque, il Ponte sullo Stretto risulta sottofinanziato di almeno 3,5 miliardi, ai quali si aggiungono ulteriori 2-3 miliardi che verosimilmente emergeranno con il progetto esecutivo, che ancora non esiste».
Per De Luca il nodo centrale è ora politico e riguarda direttamente la Regione Siciliana. «In questa situazione rimane inspiegabilmente bloccato 1,3 miliardi di euro del Fondo Sviluppo e Coesione della Sicilia, vincolato a un’opera che non ha più una copertura finanziaria certa e un cronoprogramma credibile. È una follia continuare a tenere ferme queste risorse». Da qui l’appello diretto al presidente della Regione.
«Chiedo al presidente Schifani di intervenire immediatamente per chiedere la riprogrammazione e lo svincolo di quel miliardo e tre. Sono risorse della Sicilia e devono tornare nella disponibilità della Regione per essere utilizzate a favore dei cittadini, delle infrastrutture e dello sviluppo reale del territorio. Non c’è alcun approccio ideologico, Ponte sì o Ponte no – conclude De Luca – ma solo un approccio pragmatico e responsabile: non si può continuare a giocare con i numeri e bloccare risorse fondamentali mentre si racconta che i lavori starebbero per partire. I conti non tornano, e qualcuno deve assumersi la responsabilità politica di dirlo».



