MESSINA. «Non si può parlare di mobilità sostenibile quando le scelte progettuali penalizzano proprio i cittadini più fragili». È la denuncia del Consigliere della IV Municipalità Domenico Gabriele Ferrante (Movimento 5 Stelle), che ha formalmente richiesto una variante urgente al progetto della pista ciclabile in fase di completamento su via del Vespro, su cui insiste uno dei più importanti poliambulatori della città.

«La pista, ancora in fase di realizzazione, ha già suscitato forti critiche da parte di residenti, associazioni e sindacati: decine di parcheggi sono stati eliminati, con conseguenze dirette alla vivibilità di cittadini e residenti. Ma il punto più grave, sottolinea Ferrante, è un altro: sono stati rimossi anche gli stalli riservati a persone con disabilità, collocati strategicamente a pochi metri dagli ingressi della struttura sanitaria», prosegue.

«Sono un convinto sostenitore della Mobilità Sostenibile e ritengo utile modernizzare la città, ma in questo caso, oltre agli enormi disagi per i residenti, parliamo di pazienti oncologici, non autosufficienti, persone con mobilità ridotta che devono sottoporsi a esami strumentali di diversa natura: come possono accedere ai servizi forniti dall’ASP senza parcheggi adeguati? Questa non è viabilità sostenibile, è una barriera alla salute, inoltre è curioso notare come i parcheggi riservati alle Forze dell’Ordine non siano stati minimamente toccati», afferma Ferrante.

Per questo, nella nota inviata ufficialmente al Sindaco Federico Basile e all’Assessore alla Mobilità Salvatore Mondello, Ferrante ha richiesto: il ripristino immediato degli stalli per disabili in prossimità degli ingressi medici;⁠ ⁠una revisione dell’attuale tracciato della pista ciclabile, per conciliare le esigenze ambientali con quelle sanitarie e residenziali; e ⁠l’apertura di un tavolo di confronto con la Circoscrizione, gli operatori sanitari e i residenti.

«La città ha bisogno di progetti intelligenti, inclusivi e condivisi. Il rischio, altrimenti, è che ogni linea tracciata sull’asfalto diventi una linea di divisione tra chi può accedere ai servizi e chi no», conclude Ferrante.

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