Non c’è pace per il Partito democratico sullo Stretto. Prima ancora che venga ufficializzato il numero definitivo dei nuovi aderenti al partito è già lotta all’interno delle correnti.
È stato presentato un ricorso ai garanti del partito per presunte irregolarità nel tesseramento delle scorse settimane. Tutti contro i renziani, per l’esattezza, che avrebbero incassato più dell’80 per cento dei nuovi tesserati. Un’iscrizione che qualcuno ha definito “monocolore” e che ha dato via al ricorso. Un ufficio adesioni renziano che avrebbe gestito la fase di iscrizioni alla “vecchia maniera”, sostengono da più parti.
Poca trasparenza: questa è l’accusa mossa nei confronti del commissario del Pd messinese, Ernesto Carbone e del responsabile del tesseramento Davide Fragale. A destare sospetti sarebbe inoltre il numero – non ufficiale, attenzione – di nuovi iscritti che dovrebbe oscillare da sei mila a sette mila tessere. Numeri dimezzati rispetto ai risultati dei tempi di Francantonio Genovese, quando in provincia di Messina si arrivava a 12 mila tesserati, ma oggi il Pd, rispetto a quegli anni, ha perso due terzi dei suoi consiglieri.
Poco credibile, dunque, secondo i malpancisti del partito democratico sullo Stretto, raggiungere simili risultati senza una seria attività sul territorio, che non sembrerebbe esserci stata.
Il tesseramento è partito dopo la prima metà di febbraio e si è concluso da poco. I numeri ufficiali saranno comunicati martedì prossimo.

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