MESSINA. È il professore Alfredo Campennì, dirigente medico della UOC di Medicina Nucleare dell’AOU “G. Martino”, diretta dal professore Sergio Baldari, il coordinatore e primo firmatario delle nuove Linee Guida Europee sul trattamento con radioiodio delle patologie benigne della tiroide.

Pubblicato pochi giorni fa sull’European Journal of Nuclear Medicine and Molecular Imaging (rivista ufficiale ad elevato Impact Factor della Associazione Europea di Medicina Nucleare), si tratta del documento che tutti i professionisti del settore, non solo in Europa, ma nel Mondo, consulteranno sia per la migliore selezione del paziente da avviare al trattamento con iodio-131 sia per avere indicazioni procedurali utili alla sua personalizzazione ed ottimizzazione, in termini di efficacia e sicurezza. Un prezioso strumento di lavoro dal forte sapore internazionale grazie ad una autorevole coordinazione locale.

Il trattamento radiometabolico con iodio-131 è una terapia utile per la cura definitiva delle malattie benigne della tiroide, sia quelle che determinano un aumento della funzione tiroidea [ipertiroidismo da Morbo di Basedow, Gozzo nodulare tossico (M. di Plummer) o Gozzo multinodulare tossico] sia quelle che producono un significativo aumento delle dimensioni della ghiandola per le quali il trattamento chirurgico è sconsigliato o rifiutato.

Un trattamento, quello con lo iodio radioattivo, che nel tempo ha drasticamente diminuito il numero di pazienti per i quali in passato era richiesto l’intervento chirurgico favorendo una riduzione delle complicanze e dei costi sanitari che ne derivavano.

Oggi la pubblicazione delle nuove Linee Guida Europee, il cui aggiornamento mancava dal 2010, approfondisce e chiarisce più aspetti fondamentali: dalla preparazione del paziente, ai calcoli dosimetrici, ai requisiti per la radioprotezione, al follow-up. Un quadro completo ed esaustivo che mette in evidenza “cosa fare” e “come fare”, differenziando l’approccio in base al tipo di patologia da trattare. Un’ampia sezione è dedicata anche alla terapia con radioiodio nei pazienti in età pediatrica. Infine, i possibili effetti collaterali della terapia radiometabolica con iodio-131, come prevenirli e come, eventualmente, trattarli.

“Le linee guida europee – afferma il professore Campennì – tracciano un solco con il proposito di indicare una strada di riferimento non solo per i medici nucleari, ma anche per gli endocrinologi e i medici di medicina generale. È stato per me un onore, coordinare i massimi esperti internazionali del settore, il cui peso scientifico è attestato dal valore e dall’importanza dei loro studi e pubblicazioni. Grazie a questa preziosa sinergia i numerosi colleghi che ogni giorno si confronteranno con il trattamento delle patologie benigne della tiroide avranno a disposizione da oggi una guida aggiornata”.

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