MESSINA. Un salone delle Bandiere gremito di dipendenti pubblici fino a scoppiare per “le annose problematiche ancora aperte e chiuse nel cassetto del Direttore Generale come il regolamento lavoro agile, il regolamento progressioni verticali, i buoni pasto, la mancata istituzione delle ex P.O. e la costituzione Fondo 2025”: è l’assemblea convocata dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Csa e Sipol per “mettere in mora” il comune di Messina.

A scatenare la protesta dei dipendenti è stata la rottura, tra sindacati e delegazione trattante di parte pubblica, sulle Peo, (le progressioni economiche orizzontali, un sistema che consente avanzamenti retributivi all’interno della stessa categoria professionale, senza cambiare mansioni o status giuridico). “La proposta definitiva presentata al tavolo per la ex PEO 2023 non ha trovato l’ok da parte dei sindacati nella parte relativa alla richiesta di far sottoscrivere a tutti i dipendenti una liberatoria con la quale s’impegnano a non ricorrere in sede giudiziaria – spiega una nota delle cinque sigle sindacali – Una assurdità tecnica/giuridica in contrasto con normative e prerogative sindacali e che di fatto rimanda l’applicazione della PEO 2023 con relativo adeguamento dello stipendio e corresponsione degli arretrati da gennaio/2023 a tutt’oggi. Rimandare questa applicazione contrattuale della PEO 2023 comporterà notevoli danni economici e giuridici per i prossimi anni! Soluzioni sempre penalizzanti per i dipendenti comunali”, conclude la nota

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments