MESSINA. Sabato mattina la conferenza stampa di Alessandro Russo, che ha annunciato la sua candidatura alla segreteria provinciale del PD di Messina, nel segno dei giovani e delle donne, per dare seguito “alle tante richieste di amici, compagni di partito e tantissimi simpatizzanti che da molto tempo mi spingevano a farlo”. A stretto giro di posta, la “risposta” di Domenico Siracusano e Armando Hyerace, anch’egli candidato, che smentiscono qualsiasi dualismo e puntano su un PD aperto, “plurale ed inclusivo, che metta al centro i circoli ed una ritrovata militanza, a partire dal pieno coinvolgimento delle ragazze e dei ragazzi”.

Sono giorni caldi per i Dem messinesi, che puntano a lasciarsi alle spalle le beghe del presente in vista delle prossime elezioni per la nomina del prossimo segretario provinciale.

La mozione a supporto della candidatura di Alessandro Russo.

Nel documento vengono stilati i punti cardine da cui ripartire dopo la lunga fase di transizione del Pd, durante la quale “la sua azione politica, la sua riconoscibilità e la sua capacità di proposta nell’opinione pubblica messinese si sono lungamente e drammaticamente appannati“. «Il Partito messinese – si legge – ha subito negli ultimi anni una vera e propria maledizione, a onor del vero simile a quella vissuta da molte altre federazioni territoriali, che lo ha visto soccombere sotto il peso di uno scontro tra correnti molto acceso, sebbene per lungo tempo apparentemente mitigato da un unanimismo solo formale che avrebbe dovuto, sulla carta, assicurare una guida condivisa ma che in effetti ha nascosto uno scontro perenne, a bassa ma costante frequenza, tra posizioni politiche che rispondevano a logiche di corrente, di appartenenza e di convenienza politico — elettorale».

Tanti gli argomenti approfonditi: la politica del lavoro, la difesa del diritto alla salute, la sicurezza del territorio, l’impegno per i comuni più remoti, l’assistenza sociale, il diritto allo studio, i diritti sociali e civili, le politiche giovanili, il diritto alla casa, la cultura come strumento di valorizzazione e sviluppo, il contrasto senza tregua alla mafia e il netto “no” all’autonomia differenziata.

Si parla anche di Ponte e della “contrarietà concettuale e politica” alla realizzazione dell’opera, con l’intento di impiegare le risorse pubbliche “in interventi infrastrutturali realmente compatibili con le necessità effettive del territorio”, dal potenziamento ulteriore delle linee ferroviarie alla messa in sicurezza idraulica e idrogeologica dei territori provinciali più esposti a tali forme di rischio, dal potenziamento delle linee di approvvigionamento idrico alla copertura capillare della connessione internet veloce su tutto il territorio provinciale.

E le alleanze politiche? «Il partito democratico della provincia di Messina – si legge nel documento – è sicuramente alternativo alle destre, che costituiscono il principale e strutturale avversario politico nel panorama regionale e nazionale, oltre che locale. Se è vero che la situazione messinese presenta la peculiarità della presenza delle forze del populismo legate a Cateno De Luca, le destre costituiscono un blocco sociale, di potere e di controllo del consenso che il partito democratico deve impegnarsi a contrastare politicamente senza alcuna possibilità alternativa. Occorre essere chiari, su questo aspetto: il partito messinese è sicuramente alternativo al movimento di De Luca e alle sue amministrazioni, rispetto alle quali, non da oggi, i gruppi politici territoriali del partito nelle rispettive sedi istituzionali si sono caratterizzati per una intransigente opposizione».

 

Qui il documento completo:

 

La mozione congressuale a supporto della candidatura di Armando Hyerace.

Temi simili quelli contenuti nella mozione di Hyerace, che analizza le principali criticità del territorio, dal capoluogo alla provincia: lo spopolamento, il trend demografico negativo e la fuga dei giovani, con un focus su economia, lavoro, turismo e la sfida della transizione ecologica ed energetica, “che può offrire al territorio della Provincia di Messina a candidarsi a spazio di sperimentazione di processi di trasformazione”. Si parla quindi di salario minimo, spazi di coworking, sviluppo sostenibile e diritti civili, seguendo l’esempio di Angela Bottari. Fra gli argomenti anche la gestione pubblica dell’acqua, la lotta alle mafie, la scuola e la sanità,

Anche in questo caso è fermo il “no” al Ponte: «Non dobbiamo sottostare al ricatto del ponte sullo Stretto per realizzare ciò che ci serve da punto di vista infrastrutturale ovvero strade ed autostrade sicure, possibilità di spostarsi velocemente in treno, un sistema integrato di trasporti che consenta collegamenti veloci dai due aeroporti di Catania e di Reggio Calabria». E ancora: «Siamo contro il ponte sullo Stretto che viene venduta come panacea di tutti i mali: un’opera improbabile da un punto di vista tecnico, costosissima e dannosa che sta, tuttavia, assorbendo l’intero interesse del confronto politico in relazione alle vere priorità del capoluogo ed un territorio provinciale tra i più vasti, estesi ed eterogenei d’Italia che richiederebbe, invece, ben altre attenzioni e ben altri interventi, alcuni dei quali basilari: dalle infrastrutture per migliorare i collegamenti viari e ferroviari delle aree interne e l’attraversamento dinamico sullo Stretto, all’edilizia scolastica, alla difesa del suolo, alla manutenzione delle reti idriche, e tanto altro ancora»

E Cateno De Luca? «Il centrodestra e il partito di Cateno De Luca cavalcano con il populismo e con politiche clientelari il disagio di ampi strati di società, difficoltà acuite dalla pandemia, ma che si sono impiantate su un terreno già fragile di problemi irrisolti, anche perché mai realmente affrontati».

 

Qui il documento completo:

 

 

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