MESSINA. La Movida estiva non è ancora iniziata ma l’associazione Centro Storico di Messina mette già le mani avanti, dando il via ad un’altra stagione di polemiche: «Si ritorna a parlare di Movida ed arrivano puntuali preoccupazioni, telefonate, visite, richieste di intervento per quanto si legge. Ricordiamo, qualora ce ne fosse bisogno, che fin dal 2018 collaboriamo con chi ce lo chiede a favore di una Movida sicura, legale e rispettosa della tranquillità dei residenti», scrivono, infatti, in un post social utilizzando il profilo dell’associazione il giorno dopo che l’assessore Massimo Finocchiaro, in commissione, ha accennato ad alcune modifiche che l’amministrazione comunale vorrebbe apportare all’ordinanza che regola la Movida rispetto all’anno scorso. In particolare, Finocchiaro ha condiviso la volontà di allungare l’orario di fine serata.
«Ricordiamo ogni inizio di stagione i nomi dei locali che sono autorizzati a fare serate danzanti (lo scorso anno solo 5) facendo una fondamentale distinzione tra questi, autorizzati dalla Questura, e da chi invece può fare solo sottofondo musicale ai propri clienti fino alle ore 24,00 del giorno in cui lo inizia (a condizione che non si balli, che non si aumentino i prezzi, che non vi siano spazi dedicati alla musica, ecc.). Entrambe queste categorie non possono recare disturbo in nessun caso e per nessuna motivazione di carattere imprenditoriale/occupazione posti di lavoro ai residenti», proseguono.
«Un detto messinese recita: “A sciarra è pe’ a cutra!”. Tutti desiderano fare ballare i propri clienti e nessuno, tranne i 5 locali in regola, chiede autorizzazione alla Questura come normalmente dovrebbe essere. Sono locali che illegalmente fanno ballare causando una concorrenza sleale nei confronti dei famosi 5 che hanno fatto investimenti per mettere a norma i loro locali, e creando locali non a norma con le disposizioni sulla sicurezza. Pur riconoscendo ai commercianti che la vivacità fatta dai locali ha una azione meritevole di aggregazione e di sviluppo economico senza la quale la Città avrebbe meno appeal, i diritti dei residenti sono sacrosanti e, in particolare quelli sulla salute, non sono negoziabili», aggiungono.
«Mi continuo a chiedere da anni perché coloro che si fregiano del titolo di imprenditore non si mettono in regola con la legge e lavorano invece illegalmente? Vi rivolgereste ad un falso medico che opera interventi chirurgici a casa sua? Ritenete corretto fare guidare un motoscafo a chi non abbia la patente nautica? Vi fareste curare i denti da chi non è un dentista? Partecipereste a lotterie prive di licenze? Consigliereste un prestito erogato dall’amico dell’amico? E mi spiegate perché dovrei essere tranquillo sapendo che i miei figli sono a ballare in un locale non a norma? (vie di fuga, poltrone ignifughe, alcolici a minorenni, personale al di sotto della necessità, clienti oltre il limite fissato, ecc.)», evidenziano.