MESSINA. Sui fondi per bollette di acqua, luce e gas, e affitti, è guerra tra CittadinanzAttiva, circolo Peppino Impastato e assessore con delega ai finanziamenti con risorse extracomunali Carlotta Previti. Motivo del contendere è il metodo: il comune di Messina ha previsto il rimborso delle somme pagate dai cittadini per bollette e affitti, l’associazione e il circolo di Rifondazione comunista hanno spiegato che la pratica è discriminatoria e senza senso, perchè le famiglie in difficoltà economiche a causa dell’emergenza coronavirus dovrebbero sostenere una spesa che non possono permettersi, prima di essere rimborsati.

Una circostanza che l’assessore spiega con un lunghissimo comunicato che “l’attività di rendicontazione e di monitoraggio, è una delle | 2 pre-condizioni per l’erogazione di ogni finanziamento pubblico”, e che “l’erogazione diretta di contributi nei confronti dei soggetti aventi diritto risulta in contrasto con le disposizioni normative in materia di contributi pubblici siano essi di fonte comunale, regionale, nazionale o europea”, concludendo con la spiegazione che ”  il versamento in denaro anticipato e diretto rappresentando una spesa non rendicontabile esporrebbe l’Amministrazione ad un aggravamento della situazione debitoria complessiva fuori bilancio. Qualsiasi altra interpretazioni risulta priva di alcun fondamento se non formulata per mere finalità demagogiche e fuorvianti determinanti aspettative nei confronti dei più bisognosi”.

A questa interpretazione ha risposto Antonio Currò, del circolo Peppino Impastato, spiegando che “Le risorse che il Comune di Messina mette a disposizione delle famiglie e degli inquilini che si trovano in stato di bisogno a causa dell’emergenza socio-assistenziale da COVID 19 sono fondi non spesi dei precedenti Piani di Zona e non sono fondi europei”, e a sostegno della sua tesi cita la Circolare n.02 dell’Assessorato Regionale alla Famiglia delle Politiche Sociali e del Lavoro e del Dipartimento Famiglia e Politiche Sociali servizio 4° Prot. n. 9515 del 01.04.2020 “Emergenza COVID-19 – Direttive per rimodulazione Piani di Zona 2013-2015 e implementazione 2013-2015”. “La circolare non prevede alcuna formula di rimborso. La modalità prevista in questo caso riduce, quindi, fortemente la platea dei beneficiari”, spiega Currò.

Non solo: “A sostegno della propria tesi, l’assessore cita integralmente l’art. 2 del D.P.R. n. 22 del 5 febbraio 2018 “Regolamento recante i criteri sull’ammissibilità delle spese per i programmi cofinanziati dai Fondi strutturali di investimento europei (SIE) per il periodo di programmazione 2014/2020”. Ma le risorse previste dal Bando per il contributo affitto sono, come specificato, relative a fondi destinati alle Regioni (FNPS) e non sono risorse europee!

Inoltre, dall’assessore viene riportato un paragrafo del sopramenzionato art., che statuisce che la spesa è ammissibile se essa è effettivamente sostenuta dal beneficiario e comprovata da fatture quietanzate o giustificata da documenti contabili aventi valore probatorio. A primo acchito sembrerebbe che il beneficiario sia l’inquilino/a, per esempio la signora Cettina di Contesse, intestataria del contratto di locazione che fa domanda di contributo e che, per ricevere il rimborso, deve effettivamente sostenere la spesa e mostrare la ricevuta di pagamento. A nostro avviso, qui si rinviene l’equivoco del “voluto non voluto”. Secondo la “GUIDA PER I BENEFICIARI DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI E RELATIVI STRUMENTI UE” Il termine “beneficiari” comprende un’ampia gamma di soggetti interessati, dalle piccole e medie imprese (PMI) alle grandi aziende, dagli enti pubblici alle organizzazioni non governative e della società civile.

Evidentemente per soggetto “beneficiario” non si intende il cittadino che usufruisce dell’assistenza! Per intenderci e fare chiarezza: il riferimento normativo non solo non ha alcuna relazione con il Bando contributo Affitti, ma per di più è comunque inesatta l’interpretazione della norma che ci vuole offrire la Previti per giustificare la scelta di procedere anche in questo caso al rimborso.

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[…] La polemica, che ha visto coinvolti più soggetti, riguarda le modalità di erogazione del bonus: il comune di Messina ha scelto il rimborso delle somme che i cittadini hanno già pagato, diverse associazioni (da CittadinanzAttiva al circolo Peppino Impastato) sostengono si sarebbe potuto e dovuto procedere invece con contributo diretto, per evitare l’esborso da parte delle famiglie in difficoltà economica. […]