MESSINA. Dalle aule della facoltà di ingegneria al circuito di Aragon, in Spagna, dal tavolo da disegno e dall’officina della sede universitaria di Papardo, alla pista in cui si sfidano MotoGp e Superbike, dalla preparazione teorica alla costruzione, dalla prima all’ultima vite, di una moto da corsa per gareggiare nella competizione motociclistica riservata ai team universitari Moto Student: è la sfida che studentesse e studenti del progetto “Stretto in carena hanno deciso di accettare per il terzo anno, dopo i risultati brillanti della prima partecipazione (vincitori nella categoria debuttanti), e i problemi che hanno afflitto il mezzo nella seconda.

 

“Stretto in Carena (SIC)” è un progetto universitario legato alla Facoltà di Ingegneria di Messina e al mondo del motorsport, che coniugando teoria e pratica non solo permette al suo team di partecipare al Mondiale Universitario di MotoStudent ma crea dei contatti diretti tra gli studenti e le aziende del settore. A raccontare l’universo di Stretto in Carena sono Dario Milone, classe ’94, ingegnere meccanico e ricercatore in bioingegneria, presso l’ Università di Messina, da sempre appassionato di moto, ad oggi faculty advisor, e Laura Arruzzoli, laureata in Ingegneria elettronica per l’Industria, dottoranda in bioingegneria applicata alle scienze mediche presso l’ Università di Messina, ed attualmente team leader di Stretto in Carena.

La competizione 2025 è in corso di svolgimento ad Aragon, e gli studenti messinesi hanno già ottenuto un primo, enorme successo: il premio “best innovation” per il team che nella progettazione e realizzazione della moto ha messo in mostra la migliore innovazione (qui il video della premiazione)

Cos’ è Stretto in Carena?

“Stretto in Carena è un progetto universitario volto a far conoscere un po’ la città di Messina nel mondo delle competizioni, più precisamente nelle competizioni di ramo motociclistico. Ogni due anni, infatti, partecipiamo con il nostro team, e con il veicolo da competizione da noi realizzato, al mondiale universitario MotoStudent. Attualmente, inoltre, siamo l’unico team esistente nel sud Italia, da Roma in già, a prendere parte alla competizione.”

Quando e come nasce il progetto?

“Nasce nel 2017 da un’idea mia, di Umberto Previti e di Giacomo Risitano, ai tempi professore neoassunto dell’Università di Messina. Nell’ agosto 2017 abbiamo, dunque, iniziato a lavorare alla costruzione del team con una struttura aziendale andando a raccogliere, in primis, le candidature di tutti i ragazzi provenienti dall’ Ateneo indifferentemente dalla tipologia degli studi, dall’ età o anno di corso. Una volta individuato il team abbiamo iniziato a lavorare ricreando una vera e propria azienda, in modo tale da poter partecipare alla competizione internazionale MotoStudent, ed il primo anno in cui abbiamo gareggiato siamo stati premiati come miglior team appena nato.”

Qual’ è l’evoluzione più importante del progetto?

“Una volta consolidati come progetto abbiamo iniziato ad intrecciare rapporti all’ interno e all’ esterno della città di Messina, andando oltre lo step della competizione, con lo scopo di creare una vera e propria accademia messinese che permetta ai ragazzi di incrementare le capacità acquisite durante il corso di studi potendo così dimostrare il loro valore anche al di fuori dell’ambito universitario in realtà che lavorano nel campo del motorsport, dando loro la possibilità di entrare in contatto diretto con aziende del settore. Nel 2018, nasce, infatti, Studenti in Carena ovvero un format dove ospitiamo in città professionisti del campo dei motori che vanno ad interfacciarsi, tramite dei workshop, con i ragazzi e a valutarli con lo scopo di inserirli successivamente in azienda. Durante la Pandemia ci siamo adeguati all’ online trasferendo tutto sul web con “Stretto in Cameretta”.

Com’ è composto il team di Stretto in Carena?

“Seguendo uno schema aziendale è composto dal vertice più alto che è il faculty advisor che attualmente sono io, a seguire c’è il team leader, ovvero Laura Arruzzoli, che è responsabile di tutta la componente studentesca e che va ad orchestrare due macro aree: l’area del responsabile del veicolo che segue tutti i sotto responsabili di ogni sezione della moto, quindi ogni sezione di progettazione del veicolo, e dunque responsabile motore, responsabile aerodinamica, responsabile ciclistica e così via, e l’ area del responsabile della parte amministrativa e della comunicazione del team che segue appunto il ramo della comunicazione, il ramo amministrativo e il ramo del marketing. Ed ovviamente non dimentichiamoci del pilota Ludovico Papale. (qui tutta la squadra)”

Gli studenti come vengono reclutati?

“Ogni anno è possibile inviare le candidature online sul nostro sito ed una volta candidati i ragazzi avranno un breve colloquio con il referente del gruppo di lavoro a cui vogliono partecipare. A quel punto faranno un mese di prova insieme a quel determinato gruppo e se alla fine del periodo di prova sono riusciti a integrarsi saranno confermati.”

Come si svolge la competizione?

“La competizione avviene ogni due anni, va pagata una quota per la partecipazione che assicura una decina di studenti come membri del team e la ricezione di un kit, da parte dell’organizzazione, dotato di motore da 250 cc, componentistica frenante come pinze, pompe ect ed una volta ricevuto il tutto il team si mette al lavoro realizzando il veicolo da zero, dall’estetica al telaio. La competizione nei due anni prevede due fasi: la prima è la fase documentale nella quale viene definita la motocicletta e viene dato il report tecnico di quella motocicletta, la seconda fase è molto più pratica, è quella più interessante soprattutto per gli italiani, ed è quella che avviene durante l’evento finale.”

Cosa accade nella seconda fase?

“Si eseguono, in primis, tutte le varie prove: test del veicolo per assicurarsi che sia conforme al regolamento FIM, ovvero regolamento internazionale della Federazione Internazionale Motoveicolo, prove dinamiche, nelle quali viene valutato il prototipo a livello di performance da collaudatori della competizione e così si arriva alla parte centrale dell’evento che è la corsa. Si sviluppa come un weekend di gara normale, quindi dal venerdì si fanno le prove libere, il sabato si fanno le qualifiche e la domenica si gareggia. Notoriamente la gara viene dominata dai team italiani.”

Dove si svolge la gara?

“La gara si tiene nel Motorland di Aragón, circuito internazionale della Spagna, che è situato ad Alcaniz: parte un furgone che va da Messina a Civitavecchia e da Civitavecchia prende la nave per Barcellona. La moto parte con il team leader, con il responsabile del veicolo ed una delegazione del team qualche giorno prima ed il resto del team li raggiunge in aereo. Alla competizione partecipano circa 200 team che arrivano da tutto il mondo, dall’America, all’India, all’Europa e vengono divisi su due categorie, la categoria petrol, per cui concorriamo noi, e la categoria elettrica.”

Anche quest’ anno sarete in gara, c’ è un team che vi preoccupa più degli altri?

Quest’ anno gareggeremo per la terza volta, notoriamente il team più forte nella nostra categoria è il team di Torino, del Politecnico di Torino, dato che è nato dieci anni prima di noi, e ad oggi sono già nelle competizioni fra professionisti nel campionato italiano, però noi alla nostra prima apparizione siamo riusciti a batterli su tutta una serie di sfide, quali le prove di accelerazione dove siamo arrivati primi in assoluto e la prova di frenata dove anche lì siamo arrivati primi in assoluto. Purtroppo ci sono arrivati davanti in gara e l’anno dopo: anche se ce la stavamo battendo non abbiamo potuto concorrere per colpa di una pietra che si è incastrata nel radiatore e quindi non abbiamo un risultato, ma quest’anno sicuramente gli daremo filo da torcere.”

In quanto tempo si costruisce una moto? Avete delle “Muse”?

“Una moto in media si realizza all’incirca in sei mesi-un anno.  I primi sei mesi vengono utilizzati per stressare il prototipo della competizione precedente, con stressare si intende portare proprio a rottura qualsiasi sua parte e annotare tutte le sue problematiche. Quindi è fondamentale portare il veicolo in giro, in pista, per fare tanti test. In Sicilia andiamo negli autodromi di Racalmuto o di Favara. Successivamente, quindi, vengono riprogettate tutte le componenti che hanno subito dei danni o perlomeno tutte quelle componenti che presentavano delle difettosità nel progetto o incorrevano la rottura o davano performance diverse da quelle volute.  Di anno in anno le caratteristiche della moto sono più o meno le stesse, con la differenza che ogni anno andiamo ad evolvere la versione precedente. Le fonti di ispirazione sono sempre importanti, ad oggi nel campo del motorsport se si pensa a un ingegnere molto famoso a cui tutti vorrebbero arrivare è l’ingegnere Gigi Dall’Igna che è responsabile del team MotoGP di Ducati e che con i suoi studi ha innovato il campo delle moto.”

Tre aspetti fondamentali di una buona moto?

“Direi essere veloce, no scherzo! Una buona moto deve essere utilizzabile da tutti dando le stesse performance, quindi non deve essere necessariamente ottima per un pilota e terribile per un altro. Contestualmente deve essere anche una motocicletta semplice da guidare, per trovare subito il limite fisico proprio del veicolo e deve essere anche molto maneggevole in modo tale da riuscire ad adattarsi a qualsiasi tipo di circuito.  In particolare noi, con il nostro pilota, perdiamo tanto tempo sull’aspetto ergonomico del veicolo: le moto vengono guidate da delle persone e non da robot, e questo vuol dire che dopo un paio di giri, in alcuni casi, se l’ergonomia non è curata il pilota incomincia a stancarsi. La stanchezza vuol dire diminuire le sue performance alla guida, quindi noi perdiamo tanto tempo su questo aspetto, in modo da mettere a suo agio il pilota che dovrà guidare il nostro veicolo.”

 

Laura come ci si sente ad essere il team leader di un progetto in un ambito che da sempre è stato ritenuto ad appannaggio quasi esclusivamente maschile?

Lavorare in un ambiente che per tanto tempo è stato considerato maschile è una sfida interessante. Per me è soprattutto un’occasione per dimostrare che la passione e la competenza non hanno etichette. Quando lavori a un progetto come Stretto in Carena, quello che conta davvero è la professionalità, la collaborazione e la voglia di fare bene. Questa cosa non l’ho mai vista come un limite ma come uno stimolo in più nel dare il massimo e nel farsi ascoltare attraverso il lavoro. Alla fine quello che resta è la soddisfazione di vedere i risultati arrivare grazie all’impegno di tutti, indipendentemente da chi li firma.”

La città di Messina vi ha più aiutati o ostacolati nel vostro progetto?

“Il nostro rapporto con la città è particolare perché il nostro maggior sponsor all’interno della città è l’Università. L’Università ha creduto tantissimo in noi sin dalla nascita del progetto e anche al cambiare dei Rettori. In particolare gli ultimi due, Salvatore Cuzzocrea e Giovanna Spatari, hanno veramente creduto molto in noi e ci hanno permesso di arrivare dove siamo ora. Con la città è un rapporto di amore e odio perché ad oggi i nostri maggiori sponsor provengono da fuori, purtroppo, e continuiamo ad avere delle interlocuzioni con le varie aziende cittadine che però non vanno spesso a buon fine. In realtà chi della città ci ha supportato molto sono i commercianti. Durante gli anni a ogni nostro evento siamo riusciti ad avere un grande aiuto dai commercianti messinesi. In particolare hanno supportato con piccole somme questo nostro progetto, in alcuni casi mettendo in palio, per esempio, prodotti che vendevano all’interno dei nostri format. Il main sponsor di quest’anno è uno spin-off universitario di Messina, Know-How, che è stato fondato dal vecchio faculty advisor di Stretto in Carena che è voluto rimanere all’interno del team come main sponsor e dando il suo supporto dall’inizio della nascita di questo nuovo team fino ad oggi.”

Qual è il vostro P.S. (Posto Scriptum)?

“If you want to go fast, go alone: if you want to go far, go together.”

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