MESSINA. Vi capita, qualche volta, di avere nostalgia di epoche mai vissute? Doveva essere bella Messina a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, un salotto a cielo aperto, una città sul mare dove l’estate portava con sé l’incanto delle vacanze da trascorrere in quel di Mortelle, in spiaggia, tra il Giardino delle Palme, l’Aragosta, il Lido del Tirreno, Il Delfino ed il ristorante Sporting dello Chef messinese Alberto Sardella. Oggi di tutto ciò restano, per lo più, gli scheletri, fatiscenti ed affascinanti di alcune di queste strutture, sospese in un limbo, alcune usate per le riprese della serie post apocalittica “Anna” di Niccolò Ammaniti, in attesa di un’opera di riqualificazione, intramezzate da realtà che hanno resistito negli anni investendo nel territorio, offrendo, tra alti e bassi, costantemente i loro servizi, come il Lido del Tirreno, con la terrazza del Sunset, e la sua iconica coppa di champagne, o nuove realtà come il The Jungle.
A riportare in auge la tradizione di un tempo dell’aperitivo a Mortelle, dunque, dal 2016 a questa parte, se ne occupa Antonella Mezzasalma, nata e cresciuta a Messina, laureata in Economia del Turismo, facendo rivivere l’iconica terrazza esagonale del Sunset, progettata insieme all’ intera struttura del Lido del Tirreno, nel 1956, dall’ architetto Napoleone Cutrufelli in collaborazione con l’ingegnere Giovanni Gregorio. Così Antonella, affiancata dal socio Antonio Caminiti, ed altri soci di capitale, porta avanti da anni con la massima cura, amore, professionalità ed attenzione per i dettagli, la terrazza sul mare più bella della città, tra tradizione ed innovazione, creando una realtà dove generazioni distanti tra loro vivono in armonia, sentendosi a proprio agio, tra un tuffo a mare, uno spritz o un bel piatto con protagonista il pescato locale. Un punto di riferimento non solo per i messinesi, ma anche per i turisti e tutti coloro che hanno voglia di vivere una giornata in riva al mare ammirando il tramonto più suggestivo del litorale.
Quando e come nasce la tua avventura con il Sunset?
“Inizia ufficialmente il 25 giugno del 2016, ma era in cantiere già dal 2015. Nasce tutto quasi per caso dato che nel 2012 quando Marco Raffaele, che nel mentre è diventato mio marito, ed altri amici avevano preso in gestione quello che un tempo ero lo Sporting, chiamandolo per l’appunto Sunset, ed io ci andavo spesso, più ci andavo e più legavamo tra di noi. Fin quando una sera, dato che tutti loro avevano un matrimonio ed il locale sarebbe rimasto chiuso, mi proposi per organizzare una festa con 150 persone che andò benissimo. Da là ne organizzammo insieme una ancora più grande, circa 400 persone, e quella stagione la chiudemmo con il Flip Flop Party, la prima festa ad ingresso gratuito in un locale in città in un periodo in cui esisteva ancora la consumazione obbligatoria, l’ingresso in lista, le riduzioni donna: la gente si sentì libera e fu un vero successo. In realtà mi sarebbe sempre piaciuto rilevare proprio lo Sporting, ma i lavori da fare erano veramente tanti ed importanti. Nel 2015 mi arrivò la chiamata da parte di Antonio Barbaro, proprietario del Lido del Tirreno, a cui era arrivata per vie trasverse una mia lettera d’amore per la zona di Mortelle e per come mi sarebbe piaciuto rilanciarla avvicinandola alla concezione dei suoi tempi d’ oro, che mi propose, quindi, di prendere la famosa terrazza esagonale, dove una volta c’era la storica pizzeria La Rotonda. Accettai e divenne il Sunset.”
La terrazza del Sunset, con tutte le sue particolarità architettoniche, appartiene ad uno dei luoghi storici della città. Nel ridarle vita hai pensato ad una soluzione di continuità col passato?
“Si è cercato il più possibile di tutelare e riqualificare l’anima di questo luogo, sia fisicamente che concettualmente. Nonostante i tanti lavori per aprire, infatti, anche per una questione di Soprintendenza, non abbiamo cambiato i colori né siamo intervenuti dal punto di vista architettonico. Abbiamo introdotto l’idea della postazione del bar centrale con le altalene a cui ormai sono tutti affezionatissimi. Il nostro obiettivo iniziale era quello di valorizzare il tramonto e di conseguenza l’aperitivo è diventato un appuntamento fisso ed iconico nel tempo. Successivamente abbiamo introdotto la cucina in terrazza, per pranzo e cena, e da tre stagioni ormai è con noi lo chef Fabio Caratozzolo. I nostri menù sono prevalentemente a base di pesce, tra ricette della tradizione ed innovazione, e cambiano spesso tenendo il passo con i prodotti di stagione e pescato locale. Ma soprattutto abbiamo ripristinato il bar sotto, quello della spiaggia, che una volta era una tavola calda, e che non funzionava ormai da decenni, offrendo un servizio per pasti veloci, prettamente panini, e per bere tutto ciò che si addice per trascorrere una giornata al mare. La spiaggia è cresciuta tanto, è tornata i numeri di un tempo, ed è bello vederla così viva. Il Sunset è un luogo molto inclusivo dove possono star bene e sentirsi a proprio agio le famiglie con i bambini, gli adulti, i ragazzi, un po’ tutte le generazioni. È una terrazza in riva al mare dove godersi la pace del tramonto e magari una situazione un po’ più movimentata nel weekend.”
Cosa si fa al Sunset?
“Ci si rilassa e si passano dei momenti felici in famiglia o tra amici godendo della bellezza del nostro mare, della nostra spiaggia ed ovviamente del tramonto. C’ è chi fa l’abbonamento per la postazione al lido o chi l’affitta giornalmente e di conseguenza poi sale in terrazza per il pranzo, l’aperitivo o la cena, c’ è l’area dedicata ai bambini con i giochini in spiaggia, il campo da beach. Ogni tanto organizziamo le serate con dj set d’ ascolto o musica live in acustico e da qualche anno abbiamo degli appuntamenti fissi come il Messina Vinyl Fest ed il Ferragosto in collaborazione con Davide Patania. Le persone più anziane si intrattengono molto volentieri e ti raccontano che una volta c’era il jukebox, la pista da bowling, ricordano tanto della loro gioventù e di come era questo luogo, ma nello stesso tempo si sentono molto a loro agio nel frequentarlo anche adesso. Siamo attivi da fine aprile o maggio, meteo permettendo, fino a tutto settembre, inoltre, per l’organizzazione di feste legate a varie ricorrenze e la cosa tenerissima è che, ormai, molti compleanni sono diventati una tradizione e di conseguenza è bello vedere bambini che hanno festeggiato qui da noi da piccoli e che ora organizzano sempre qui la festa per i loro 17 anni. Li abbiamo visti crescere.”
Giovedì 25 giugno 2025 il Sunset ha festeggiato 10 stagioni. Com’ è andata?
“È andata benissimo ed è stata una bellissima serata. L’ idea è stata quella di invitare tutte le persone che sono sempre state con noi, qualcuno forse mi sarà sfuggito e me ne dispiaccio, proprio perché negli anni si è creata una grande famiglia attorno al Sunset, e mi piaceva averle tutte qui in terrazza, facendole sentire a casa, offrendo loro uno dei primi tramonti ufficiali della stagione 2025 accompagnato dalle nostre prelibatezze al vassoio, tra cui l’immancabile brioche con la caponata, musica, bollicine e la torta. Nel momento in cui ho mandato gli inviti ho ricevuto subito tantissime risposte entusiaste ed affettuose. Anche dalla spiaggia sono arrivati feedback positivi tra chi mi diceva che avrebbe lasciato i bimbi a casa perché si voleva godere la serata e chi mi inviava le foto della prima sera in cui siamo stati aperti il 25 giugno 2016. È stata anche una grande occasione per mostrare ed esporre il quadro che ci ha dedicato Simone Caliò, persona che stimo tantissimo, a cui da sempre dicevo che dato che dipinge tramonti doveva prima o poi dipingere il nostro. E così ha fatto: un giorno è venuto, il locale chiuso, chiaramente aveva bisogno dei suoi spazi di spazi, e l’ha dipinto in estemporanea con questi colori fantastici che cambiavano di continuo, ed io mi sono goduta uno spettacolo nello spettacolo.”
In questi dieci anni così è successo?
“In queste dieci stagioni, noi ragioniamo in stagioni dato che poi con l’arrivo delle prime piogge e dell’ inverno chiudiamo perché la zona si svuota e ci ritroviamo circondati da una tristezza incredibile, sono successe tantissime cose. Quando ho iniziato ero veramente una ragazzina, nel mentre mi sono sposata, ho avuto un bimbo. Abbiamo affrontato la pandemia, che non è cosa da poco, e che però per noi, in un certo senso, è stato un grande punto di forza perché se negli anni precedenti la grandezza del locale in qualche modo un po’ mi penalizzava, con il covid mi ha dato la possibilità di sfruttare e di usufruire di tutti i tavoli, perché chiaramente il locale piccolo non poteva far accomodare tante persone, io invece sì. E da lì in poi, cosa molto importante, c’è stata anche una sorta di educazione del cliente alla prenotazione del tavolo, cosa che prima non esisteva, cioè tu aprivi e non sapevi se avere tre persone in sala o otto persone in sala o a volte non facevi nulla, quindi questo ci ha aiutato secondo me tanto da questo punto di vista organizzativo.”
Nel tuo percorso col Sunset la città di Messina ti ha più aiutata o ostacolata?
“I primi cinque anni sono stati un po’ più semplici perché con il discorso del Demanio c’era una proroga fino al 2020 e quindi abbiamo lavorato per cinque anni con le stesse licenze, poi le cose sono cambiate e adesso ogni anno c’ è da fare un bel giro tra gli uffici. Non ho grossi problemi, mi muovo già a gennaio, la documentazione da portare è uguale, se ti sbrighi e fai le cose in tempo le autorizzazioni ti arrivano in tempo sia da parte del Demanio, del comune, della Questura, quindi è semplicemente una questione organizzativa, poi a volte ci sono delle ordinanze con cui interfacciarsi ma non dipende sicuramente dagli uffici. Per il resto abbiamo sempre ricevuto un grande affetto ed una grande partecipazione da parte dei nostri clienti, sia abituali che non, da parte dei turisti che passano da qui o che tornano ogni anno a trovarci. La città ci ha regalato sempre un’ottima risposta, e la nostra festa per le 10 candeline ne è stato un esempio.”
Messina ed i messinesi secondo te hanno sempre usufruito al meglio della fortuna di vivere sul mare?
“Direi di no, a volte non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo forse perché il mare ce lo abbiamo davanti agli occhi, tant’è vero che mi capita spesso di notare che i messinesi che tornano in città guardano il mare con un occhio diverso dal messinese che lo vive tutti i giorni, quindi con una mancanza diversa e con un amore diverso. Mancano delle attività, anzi adesso qualcuna pian piano si sta affermando, che offrano un turismo ricreativo legato al mare che vada oltre il servizio del lido. E poi se pensiamo a questa zona, la zona di Mortelle, che una volta era uno dei salotti a mare della città è assurdo che non sia stata ancora del tutto riqualificata. Ci siamo noi, che come Sunset e Lido del Tirreno siamo stati i primi a muoverci per quest’ opera di riqualificazione, è nato il The Jungle, che secondo me ha fatto un lavoro enorme, importante e di qualità, che è una pizzeria ed un luogo molto carino soprattutto per famiglie e bambini, ma non basta. Questa zona potrebbe e dovrebbe rendere molto di più: l’Aragosta è fermo ed in stato d’abbandono da secoli, il Giardino delle Palme idem, sarebbe bellissimo se tutto ritornasse a funzionare anche perché l’unione fa la forza. Sarebbe bello vedere una continuità di attività e servizi per tutto il nostro litorale. Anni fa, tra l’altro, uscì sulla Gazzetta Ufficiale la notizia della vendita all’ asta proprio del lido Aragosta, ad esempio, ed io feci una foto e la misi su Fb taggando varie realtà tra cui Alpitur che mi risposte che purtroppo una sola settimana di tempo era veramente troppo poca per fare le cose per bene. Ecco, quanto sarebbe bello se un colosso del genere andasse a rilevare una di queste strutture abbandonate?!?!”
Qual è il tuo P.S. (Post Scriptum)?
“Vorrei vedere la mia città turistica, mi auguro e spero che crescendo la mia città possa diventare sul serio una città turistica. Turistica nel senso del’ andare oltre il fenomeno mordi e fuggi dei croceristi, nel senso di tornare ad avere un centro città elegante con negozi eleganti ed un litorale che renda giustizia alla bellezza del nostro mare e dello Stretto. Turistica nel senso di vedere turisti in giro per le strade di Messina tutto l’anno, che oltre alle bontà enogastronomiche locali possano avere modo ed accesso alle nostre Chiese, ai nostri Musei e tutto ciò che di bello racchiude il nostro territorio.”