MESSINA. Un risultato come questo non se lo aspettavano nemmeno nei loro sogni più inconfessabili. E invece i pentastellati non solo hanno vinto, ma hanno preso a sberle tutti gli avversari, sia quelli di centrodestra per cui Messina è sempre stata una roccaforte relativamente sicura, sia un Pd che sperava che una campagna elettorale serrata, i big del partito calati in città ed un candidato “forte” alla Camera potessero evitare quel tracollo che invece è arrivato puntuale.

Un risultato che è stato chiarissimo sin dalle prime sezioni scrutinate, quelle dell’uninominale al Senato, in cui, quando andava male, Grazia D’Angelo staccava gli avversari di decine di voti e quando andava bene li doppiava: e per Urania Papatheu di Forza Italia e Fabio D’Amore del Pd non sono rimaste che le briciole.

Stesso copione per la Camera, con Francesco D’Uva che si è involato sin dall’inizio ed ha lasciato dietro Matilde Siracusano, che apparentemente partiva coi favori del pronostico e che invece si è trovata da sola ad affrontare l corazzata a Cinque stelle, con i maggiorenti messinesi del partito ad assistere con le mani in tasca. Delusione, invece, per Pietro Navarra, che non è riuscito a bissare il lusinghiero risultato che Franco De Domenico aveva ottenuto alle regionali, svelando la debolezza del partito e mettendo in discussione anche la reale portata di quell’operazione “ateneo” che alle regionali sembrava aver portato ossigeno al partito, con ripercussioni probabili sulle prossime amministrative.

Ironia della sorte, la presenza nel listino bloccato, al proporzionale, a meno di scossoni difficilmente prevedibili farà comunque approdare a Montecitorio sia Matilde Siracusano (blindata comunque anche dalla presenza nelle liste nel collegio di Palermo) che Pietro Navarra.

E gli altri? Ininfluenti. Liberi e Uguali ha arrancato, non riuscendo a spostare a sinistra gli equilibri di una area politica in grave crisi d’identità. Ma d’altra parte non c’è riuscita nemmeno la Lega, che non supera il 6%, e tantomeno Fratelli d’Italia, fermo a percentuali ancora più basse, intorno alla soglia del 3%.

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Renato
Renato
5 Marzo 2018 19:02

E’ imperativo: “Non deludeteci”