MESSINA. Un milione e 200mila euro: è la cifra che ogni anno si spende a Messina per affittare gli uffici delle sedi distaccate del tribunale per scopi giudiziari, e che dovrebbe essere abbattuta con la costruzione del secondo palazzo di giustizia, il cui iter sembrava definito, con tanto di protocollo d’intesa firmato tra Comune (amministrazione di Renato Accorinti), Demanio, e ministeri di Difesa e Giustizia per costruirlo all’ex ospedale militare di viale Europa: iter bloccato dall’amministrazione di Cateno De Luca che invece ha sposato l’ipotesi di piazzarlo nel parcheggio “fosso” di via La Farina.

Nel frattempo si continua a pagare: ma chi è che paga effettivamente? Da settembre 2015 i costi sono sostenuti direttamente dal ministero della Difesa mentre prima venivano anticipati dal Comune e poi rimborsati (poco, male e non sempre) con fondi ministeriali.

E quanto si paga? Per gli uffici del Giudice di Pace e del tribunale del lavoro di via Malvizzi (54 uffici da 820 metri quadrati, 8 aule per 411 metri quadrati, dieci posti macchina e archivi per una superficie totale di 450 mq), si paga un canone annuo da quasi 290mila euro, e non sono le locazioni più costose: perchè per gli uffici giudiziari della Corte d’Appello in via San Domenico Savio il canone è di 336mila euro per i 575 metri quadrati dei 25 uffici, i 130 delle tre aule, i 220 metri quadrati degli archivi ed i 25 posti auto.

Oltre 122mila euro all’anno costa poi  il Tribunale di sorveglianza di via Centonze, con 18 uffici (400 mq), l’aula da cinquanta metri quadrati di superficie, esattamente quanto l’archivio, ed i soli due posti auto: sempre meno dei 1500 metri quadrati di superficie degli archivi generali del Tribunale di via Trento, che costano quasi 170mila euro in un anno.

Poco meno di centomila euro, invece, per i 36 locali di via Cesare Battisti, da 650 metri quadrati, che ospitano l’archivio della Procura della Repubblica e il presidio Cisia, insieme a trecento metri quadri di archivi, mentre stranamente economici invece i 450 metri quadrati di archivi della Procura di piazza Cairoli, il cui canone annuo è di soli 23mila euro, così come i 130 metri quadrati degli uffici per la formazione del personale di via Cesare Battisti, il cui canone non supera i 19mila euro all’anno.

Anche il seminterrato di palazzo Piacentini, sede del tribunale (che ovviamente non sarà spostato) costa parecchio: 106mila euro, ma per 1330 metri quadri di uffici (ben 56) e quattro aule per 300 metri quadri totali.

Infine ci sono i locali di Polizia e Carabinieri di via del Vespro, in affitto dall’Iacp a oltre 48mila euro all’anno (per 450 metri quadrati), e quelli della Guardia di Finanza, di proprietà del Demanio, per l’irrisoria cifra di 2810 euro in un anno per 170 metri quadrati.

Come mai l’enorme differenza di costi, e perchè gli affitti riconosciuti ai privati sono incredibilmente alti (da 12 a 30 euro al metro quadro), mentre quelli a soggetti pubblici incredibilmente bassi (tre euro al metro quadro)? Se lo sono chiesti anche al ministero della Difesa, che per questo ha lanciato un bando per affitti da 8 euro al metro quadrato al mese, per immobili da 4455 mq (2050 mq per sezione lavoro della Corte di Appello ed uffici, più 2405 mq per gli uffici del giudice di pace)

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