MESSINA. 536. È il numero di imprese in meno, rispetto al 2022, iscritte alla Camera di Commercio di Messina. Dato che delinea la situazione economica (non di certo fiorente) che vive la città dello Stretto. Un numero, quello oltre il 500 in negativo, che va totalmente in contrasto con il +93 del saldo totale che l’ente commerciale messinese aveva registrato a fine 2022 rispetto al 2021, e che forse aveva solo illuso Messina.

Se, infatti, al termine del 2022 la Camera di Commercio peloritano registrava ben 733 iscrizioni, a fronte delle 640 cessazioni, all’inizio del 2024 i numeri dicono che il parziale del 2023 è pari a -536 imprese, a causa delle ben 1.252 cessazioni e delle 716 iscrizioni: se queste ultime sono rimaste pressoché immutate, le cessazioni sono aumentate del doppio. Quindi, tirando le somme, ad oggi a Messina risultano iscritte 20.139 imprese contro le 20.677 del 2022.

Ma qual è il settore che soffre di più? Secondo i dati che si riferiscono alle cancellazioni delle imprese al registro della Camera di Messina, è quello del commercio, che in un anno ha visto 292 imprese in meno: 381 cancellazioni e 89 nuove iscrizioni. Poi, c’è il settore delle costruzioni, che ha registrato 73 imprese in meno, seguito da quello manifatturiero (-65) e da quello alberghiero, che comprende alloggi e ristorazione (-62). Ancora, tra le attività registrate ci sono: informazione (-24), agricoltura (-22), attività immobiliari (-22), attività finanziarie (-17), attività di servizi (-17), attività artistiche, sport (-15), noleggio, agenzie viaggi (-12), trasporto e magazzini (-11), sanità e assistenza (-11), estrazioni di minerali (-1), fornitura energia (0), fornitura acqua (0), amministrazione pubblica (0) e istruzione (0). Un +128, invece, si registra in attività non classificate.

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