Di Andrea Denaro e Claudia Mangano

MESSINA. Mentre d’estate il lago di Garda si riempie di vele su tavola, a Messina la pratica del windsurf resta ancora sconosciuta ai più che, attraversando la costa ionica fino a Torre Faro, ignorano gli atleti che planano sul mare con l’aiuto del vento e delle correnti. Proprio questo fine settimana si è tenuto il campionato nazionale giovanile di windsurf nello Stretto di Messina, con 16 windsurfer provenienti da tutta Italia che si sono sfidati in tre classi di età: under 15, under 17 e under 20. La prima fascia, per solo la categoria foil, è stata anche vinta dal giovane messinese Giovanni Landi, di 14 anni e nipote del presidente del Windsurf Club Messina (che ha lo stesso nome), dove si è tenuta la gara.

Due le categorie di specialità per cui hanno concorso gli atleti: foil e pinna. La differenza? Il foil permette di alzare la tavola sopra la superficie dell’acqua e si usa quando il vento è più leggero, solitamente dai 6 nodi in su; la pinna, invece, si può utilizzare quando il vento è più forte, indicativamente dagli 11 nodi in su. In pratica, mentre con il foil chi pratica windsurf vola sull’acqua, grazie alla pinna ci plana su. Sei, infatti, le premiazioni, tre per categoria a seconda della classe d’età.

A giocare a favore del messinese Giovanni Landi durante la regata è stata l’abitudine ad utilizzare il foil. Vivendo a Messina ed esercitandosi nelle acque dello Stretto, inoltre, conosce le correnti che possono giocare a favore. In questo sport, infatti, sono molto importanti anche le correnti, un po’ come nel classico surf con la tavola.

La pratica del windsurf si basa principalmente sul controllo del vento grazie ad una vela ancorata ad una tavola, simile a quelle da surf ma più piccola e più spessa. Elementi principali, quindi, sono proprio le raffiche di vento, di cui lo Stretto di Messina è ricco, e le correnti, che possono influire positivamente o negativamente sull’andamento della tavola.

I problemi, però, non sono mancati, e infatti la seconda giornata hanno condizionato parte della gara, iniziata in ritardo a causa del vento presente solo un po’ più a largo rispetto alla costa. Lì il fondale è più profondo e l’ancora della barca della giuria, una barca a vela, non raggiungeva il fondo del mare ed essendo grande non riusciva a stare ferma per le forti correnti.

Non si tratta di una banalità: nelle gare di windsurf è necessario che il vascello della giuria (che poi ha cambiato barca con una più piccola) sia perfettamente allineato con una boa, e che ci resti per tutta la partenza marcando una linea immaginaria. Gli atleti hanno un range di 15 secondi entro i quali non possono superare quella linea immaginaria. La bravura dei windsurfer, infatti, sta nel partire bene, tenendo il tempo grazie al cronometro che ognuno ha allacciato al polso e prendendo sufficiente velocità da staccare gli avversari sin da subito.

Qui il video della gara e l’intervista ad alcuni dei protagonisti. Riprese con il drone di Emanuel Caristi (link alla pagina Facebook):

 

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