MESSINA. Si presenta in scala 1:250 ed è rivestita con foglie d’oro a 24 carati: è la rappresentazione della “Real Cittadella” di Messina, la fortezza borbonica sita nella Zona Falcata che il 13 Marzo del 1861 si arrese alle truppe piemontesi del generale Enrico Cialdini. Ogni anno, l’istituto Verona Trento celebra questo giorno con la riapertura al pubblico del museo dove risiede la rappresentazione di quella che fu una fortificazione a forma di stella con un diametro di 300 metri, considerata impenetrabile per poco più di un secolo e mezzo e che ora si trova in condizioni deplorevoli.

Il progetto fu ideato dall’ingegnere Giovanni De Pasquale, che in collaborazione con gli alunni del Verona Trento e del geometra e professore Francesco Foti, realizzò il plastico che il 5 Giugno del 1998 venne inaugurato presso i locali del plesso di Via Ugo Bassi.

Ad accogliere i visitatori nel “Museo della Real Cittadella” sono stati i ragazzi dell’indirizzo costruzioni e la professoressa di lettere Emanuela Mangano, che hanno raccontato la storia di questo centenario tesoro messinese.

UN PO’ DI STORIA. La Real Cittadella fu costruita nel 1686, in seguito alla rivolta della città dello Stretto contro la dominazione spagnola. Dopo 4 anni di indipendenza, Messina venne attaccata dalle truppe spagnole, che scagliarono un’offensiva rivendicando l’umiliazione subita. Due anni dopo, partirono i lavori che furono affidati a Carlos de Grunenbergh, un famoso ingegnere olandese che si ispirò, perfezionandolo, al Fort Bourtage, una fortezza costruita nel ‘500 nel villaggio di Bourtage in Olanda e che ora è un luogo di forte attrazione turistica.

Oltre ad avere una funzione difensiva, la fortezza fu costruita per controllare la città con le proprie artiglierie e per ospitare una forte guarnigione in una posizione facilmente difendibile (la sua locazione è, infatti, molto strategica: sorge sulla stretta penisola di San Raineri che racchiude il porto naturale di Messina proteggendolo dal mare aperto).

Nel 1860, la Real Cittadella rappresentava la resistenza borbonica in Sicilia e affinché si potesse proclamare l’Unità d’Italia era necessaria la resa delle truppe capitanate dal Maresciallo di Campo Comandante Gennaro Fergola. Così, dopo circa 8 mesi di assedio, la mattina del 13 Marzo 1861, il generale Cialdini penetrò all’interno della cittadella, costringendo alla resa i Borboni.

Dopo l’unificazione, però, è stata soggetta a pesanti lavori portuali che l’hanno gravemente danneggiata: alcune cortine e bastioni sul lato interno sono stati del tutto demoliti.

Oggi è in un completo stato di abbandono e sopravvivono al tempo solo alcuni detriti e la porta monumentale di Porta Grazia, smontata nel 1961 e rimontata a Piazza Casa Pia.

 

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