MESSINA. È ufficiale: non solo Tiziano Ferro nel 2021 non suonerà a Messina per recuperare il concerto cancellato nel 2020 a causa dell’emergenza coronavirus, ma al momento la città è cancellata dalla programmazione dei grandi eventi musicali, che ospita ogni anno da più di un decennio con eventi di caratura nazionale.

Lo ha annunciato, in un post su Facebook, il patron della Musica da bere srl Carmelo Costa, promoter che negli anni ha organizzato i concerti di Vasco Rossi, Jovanotti, Negramaro, Laura Pausini e Ligabue, e che il 27 giugno avrebbe portato sul palco del San Filippo il cantante di Latina. Tutti concerti che Messina non vedrà più, e che molto probabilmente saranno dirottati a Catania.

Perché? Sostanzialmente, nel bando per la gestione trentennale del San Filippo (ancora non pubblicato, nonostante da oltre un mese sia circolata la determina dirigenziale), il comune di Messina ha ritenuto di non dover inserire la clausola dell’organizzazione dei concerti come obbligo contrattuale da parte del vincitore del bando. Per cui, la programmazione dei grossi eventi nazionali ed internazionali (per il quale la Musica da bere aveva chiesto la disponibilità di una data nel 2021) non è possibile portarla avanti. E quindi i “big” non suoneranno più a Messina.

“Oggi se non ci fosse stata questa maledetta emergenza sanitaria avremmo aperto il cantiere di lavoro allo Stadio di Messina per montare il palco di Tiziano Ferro – scrive Carmelo Costa nel post –  Avremmo acceso i riflettori dello Stadio e centinaia di persone sarebbero lì a lavorare con noi, nella corsa contro il tempo per rendere tutto pronto, tutto perfetto, tutto sicuro per il giorno del concerto per i 40mila spettatori che sarebbero accorsi. Il virus ha impedito tutto questo. Il Comune di Messina ha cancellato la città dai concerti futuri. Nel 2021 recupereremo altrove il concerto, negli anni successivi programmeremo in altra città. Oggi vogliamo dare un pensiero ed un saluto a tutti gli amici messinesi che per 13 anni hanno collaborato con noi per i concerti al San Filippo: le maestranze, gli amici, i collaboratori, le tante ditte coinvolte, le centinaia di semplici lavoratori”, conclude il promoter.

Cosa ne subisce la città di Messina, oltre alla perdita di appuntamenti di indubbio spessore dal punto di vista dell’immagine? Una delle pochissime possibilità di far arrivare in città soldi dall’esterno, in un’economia asfittica che per la parte predominante è chiusa (si produce e si consuma in un circolo quasi impermeabile all’esterno). Per i grossi eventi musicali, quelli da quarantamila biglietti, oltre la metà delle presenze sono di non messinesi, che mangiano, bevono, dormono e soggiornano in città, facendo lavorare alberghi, B&B, ristoratori. Tutto indotto che cesserà di esistere. E sarà dirottato altrove.

 

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