MESSINA. Riapre finalmente la Cripta del Duomo di Messina: da domani, infatti, a partire dalle 11:45, cittadini e turisti potranno recarsi nell’ipogeo sotto la Cattedrale (ovvero la Chiesa di Santa Maria sotto il Duomo) per ammirare una delle bellezze nascoste della città. Questo pomeriggio si è tenuta l’apertura alla stampa alla presenza del delegato Arcivescovile della Basilica Cattedrale Roberto Romeo, del direttore dei lavori e già Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Messina Mirella Vinci, del funzionario della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Messina Stefania Lanuzza e del sindaco Federico Basile
Un bene che risale al Medioevo e che è sopravvissuto a due terremoti (1783 e 1908, qui tutta la sua storia) ma che per motivi di sicurezza è rimasto chiuso (fatta eccezione per qualche visita guidata) e lasciato in stato di degrado, ma che domani sarà inaugurato al pubblico e resterà aperto fino alle 20, mentre il 2 giugno, in occasione degli eventi della notte mariana lo sarà dalle 8 di mattina alle 23:30 di sera e il 3 giugno sempre dalle 8 di mattina alle 17 di pomeriggio. Da definire gli orari dei prossimi giorni, così come l’eventuale biglietto: «L’Arcivescovo ha stabilito che per questi primi giorni l’accesso sarà gratuito, ma poi verrà concordato un ticket che servirà per mantenere aperta la cripta», ha spiegato monsignor Romeo.
I lavori di restyling sono durati esattamente un anno e mezzo, con l’obiettivo di riportare la cripta al suo antico splendore, eliminando gli intonaci moderni, ripristinando la pavimentazione e mettendo nuovamente in risalto tutto l’apparato decorativo (qui i rendering). Il progetto (conservativo e di ripristino), redatto dall’ingegnere Salvatore Stopo, dalla dottoressa Stefania Lanuzza e dall’architetto Rocco Burgio, mirava a rendere fruibili tutti gli spazi della cripta, compresi quelli delle absidi laterali (specialmente quella di sinistra dove sono presenti lacerti di decorazione pittorica e scene figurate), eliminando qualsiasi barriera architettonica. È per questo che all’esterno sono stati collocati due sistemi meccanici (sollevatori/servoscale): superare il dislivello tra le strade di accesso e gli ingressi della cripta. Accesso che dovrebbe avvenire da via Loggia dei Mercanti (alla sinistra del Duomo), mentre l’uscita è prevista dal lato opposto, in via San Giacomo.
Nella prospettiva di far diventare la cripta una meta per visitatori e turisti, è stato posizionato un impianto espositivo all’interno delle aree centrali dei vani laterali, così da consentire la musealizzazione grazie alla collocazione, su appropriati supporti, di una selezione di reperti scultorei lapidei, provenienti dalla cripta stessa, che erano custoditi dalla Curia Vescovile di Messina.
Ma non è tutto, perché lo spazio centrale della cripta, per via delle sue dimensioni e caratteristiche architettoniche, sarà destinato anche a luogo di raccoglimento: «A nostro avviso – si leggeva nella descrizione del progetto – si presta bene a rappresentazioni sia religiose che concertistiche e/o come auditorium».
Come si è agito sulla cripta nel dettaglio? Preventivamente verranno eseguite delle indagini termografiche sugli stucchi esistenti al fine di individuare distacchi e/o decoesioni. Successivamente si procederà con la messa in sicurezza degli stucchi. Ancora, è stata prevista la ricollocazione del pavimento seicentesco nel vano centrale absidato, compresa la pulitura delle formelle in laterizio. Nei vani laterali B Sud e B Nord, invece, si prevede la ricollocazione del pavimento normanno, con il restauro delle lastre lapidee in calcare. Infine, verrà effettuato un trattamento dei rivestimenti murari, con la rincocciatura ed appiombatura di vecchie murature in pietrame e/o mattoni precedentemente stonacate e la posa in opera di intonaco traspirante realizzato con malta di pura calce idraulica, pozzolana naturale ed inerti di sabbia calcarea.
Il problema della cripta, in questi anni, è stata «l’inadeguatezza delle vie di accesso e deflusso, per il degrado progressivo che interessa l’apparato decorativo», spiegava la Soprintendenza, evidenziando come il degrado fosse dovuto all’umidità, che ha reso la conservazione più grave e annosa. La cripta, infatti, giace su una falda e l’acqua sgorga dalle pareti continuamente, il che ha reso necessario un sistema che traina l’acqua all’interno di una vasca e poi fuori, grazie ad un motorino. Inoltre, le decorazioni presenti sui muri stavano cedendo, cadendo al suolo o presentando sollevamenti e distacchi.
Attualmente sono in corso la redazione bilingue di pannelli didattici esplicativi e una pubblicazione per divulgare le conoscenze ante e post lavori, mentre la Soprintendenza ha manifestato la propria soddisfazione: «Ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito per la riuscita di questo progetto, in particolare ai colleghi della Soprintendenza che insieme a me hanno redatto il progetto e la direzione lavori: Stefania Lanuzza, Gianluca Santoro, Salvatore Stopo, Salvatore Ragazzi, Patrizia Somma, Giusi Zavettieri, Rocco Burgio, Michelangelo Alicata e Claudio Casamento. Il responsabile unico del procedimento architetto Andrea Milici, Il coordinatore per la sicurezza architetto Nino Sidoti – ha commentato l’architetto Mirella Vinci – L’impresa per il restauro LDR di Paolo Pallotto di Macerata e le restauratrici Agata Trischitta e Marianna Torre, GeoCheck di Mauro Corrao e Antonio Lo Presti per le indagini conoscitive sulle murature, sugli stucchi e gli intonaci, le passerelle e i serviscala realizzati da Sigma Group e TES, (appalto di 303.600,00, al netto 218.760,46 con un ribasso del 27,981%). Il p.e. Gioacchino Santamaria, la ditta Sebastiano Fazio e Vito La Ferlita della ditta Viabizzuno per gli impianti elettrici (appalto di 104.513,64, al netto 95.083,12 con un ribasso del 9,288%). In ultimo devo ringraziare padre Roberto Romeo per l’assistenza continua e Pippo Trimarchi per aver sostenuto il progetto nella ricerca del finanziamento».
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