MESSINA. Interi pacchi alimentari di prodotti non venduti dai supermercati (cibi e bevande) saranno destinati a tutti quelli che si trovano in stato di povertà assoluta. Si tratta del “Reddito Alimentare”, una manovra prevista dalla Legge Bilancio 2023 (appena entrata in vigore) che interessa tutte le città metropolitane d’Italia, e quindi anche la città dello Stretto, con l’obiettivo aggiunto di ridurre gli sprechi alimentari. Si tratta di quei prodotti che le grandi distribuzioni non possono vendere in quanto ritenuti inidonei alla vendita per svariati motivi (come ad esempio la confezione rovinata) e che verranno invece destinati ai nuclei familiari che ne hanno più bisogno. Come funzionerà? Secondo quanto previsto, i pacchi alimentari composti potranno essere prenotati grazie ad un’applicazione smartphone dai beneficiari. Questi verranno individuati secondo le linee guida indicate su un decreto attuativo che verrà emanato entro la fine di febbraio dal Ministero del Lavoro proprio con l’obiettivo di definire l’esatta platea. Sul decreto sarà spiegato anche come presentare domanda per avere l’opportunità di accedere al sussidio. A gestire la raccolta e la distribuzione degli alimenti saranno i soggetti del Terzo settore. I pacchi, infatti, potranno essere successivamente ritirati presso uno dei centri di distribuzione, mentre i soggetti fragili, i pensionati e i non autosufficienti riceveranno questo aiuto direttamente a casa.

«In una manovra iniqua, ingiusta, che si accanisce sulle persone più deboli, siamo riusciti ad approvare una misura in totale controtendenza di cui sono orgoglioso: il reddito alimentare», affermava qualche giorno fa il capogruppo del Pd in commissione parlamentare Affari sociali, e primo firmatario dell’emendamento che ha introdotto la misura nella legge di bilancio, Marco Furfaro. «600mila bambini, tre milioni di italiani sono così poveri da dover ricorrere a mense o pacchi alimentari. E di fronte di questa tragedia, vi sono 200mila tonnellate di cibo che viene buttato nell’immondizia perché invenduto o non più utile al mercato. Questa norma permetterà, in collaborazione con comuni e terzo settore, di non sprecare cibo e farlo avere a chi ne ha bisogno. Ci siamo battuti con forza per introdurre norme a favore delle persone più bisognose in una manovra che si accanisce contro di loro», concludeva.

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