MESSINA. Martedì 25 e mercoledì 26 ottobre a Messina il Circolo ARCI Thomas Sankara, ente di tutela delle persone straniere, ha ideato delle azioni di contrasto e approfondimento al Memorandum Italia – Libia, ultimo appuntamento della campagna promossa insieme alla Tenda della Pace, in cui i relativi governi si impegnano in processi di cooperazione, contrasto all’immigrazione illegale e rafforzamento della sicurezza delle frontiere.

È stato presentato ieri, per una maggiore comprensione della cornice in cui si innesta il Memorandum il rapporto “Dal mare al carcere”, redatto dal Circolo ARCI Porco Rosso di Palermo, sulla costruzione della figura giuridica dello scafista e la sua applicazione in Sicilia, se ne è discusso con le/i curatrici/tori Richard Braude, Sara Trayor, Bakary Charm con il contributo dell’antropologa Giuliana Sanò, della mediatrice Renè Abu Rub, dell’avvocata Carmela Maria Cordaro e dell’Avv. Carmelo Picciotto. Coordinano Patrizia Maiorana dello Sportello SOS diritti e Venera Leto della libreria Colapesce. Intervenuti anche Tenda della Pace e della CGIL componente del Tavolo Asilo.

Si realizzerà invece oggi mercoledì 26 alle 17:30, nello stesso orario della manifestazione nazionale promossa da oltre 40 organizzazioni, un’ azione simbolica con un quadro vivente, realizzato dalle attiviste ed attivisti, per chiedere alla Prefetta il non rinnovo del memorandum e l’inoltro del documento del tavolo asilo al governo. L’azione realizzata di fronte la Prefettura potrà essere seguita sui social.

«In realtà- spiegano in una nota- l’accordo prevede respingimenti, uccisioni, torture, richieste di riscatto ai familiari, detenzione ed arresti arbitrari, sfruttamento, lavoro forzato, schiavitu’, tutte gravissime violazioni dei diritti umani, condannate ripetutamente dall’ONU e dalle sue agenzie, da Amnesty International, e da tutte le organizzazioni più rappresentative per i diritti umani. Tali violazioni e i loro effetti sono state ampiamente documentati dalla stampa internazionale, sono state oggetto anche di decisioni da parte di Tribunali, e continuano a far parte della quotidianità della popolazione straniera presente in Libia. Abdul Rahman al Milad, più noto con il nome de guerre Bija, uno dei trafficanti più potente della Libia, è da giugno 2018, nella lista dei sanzionati dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, ricercato dalla Corte Penale Internazionale, arrestato in Libia, e rilasciato con la promozione a maggiore della guardia costiera libica.»

«Ecco perché -continuano- qualsiasi accordo con il governo libico è, attualmente, un accordo con i trafficanti di esseri umani. Il Memorandum, siglato dai i due governi nel 2017, è figlio degli accordi Italia-Libia precedenti e della politica europea che noi definiamo Fortezza Europa perché, nella sua guerra contro le migrazioni, impedisce di fatto un accesso protetto e sicuro all’asilo ed esternalizza le proprie frontiere, costruendo campi di detenzione e smistamento in altri continenti. La Libia è un Paese instabile, con milizie armate e una violenza che continua a crescere senza controllo. Il Memorandum Italia – Libia, quindi, produce violazioni dei diritti umani in maniera sistematica tali da costituire crimini contro l’umanità, così come definito dalla Missione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite.Per questo si chiede al governo italiano di non rinnovare il memorandum ,che scadrà nel 2023 ma necessita di un atto di annullamento entro il 2 novembre prossimo, in assonanza con la richiesta del tavolo asilo e immigrazione di cui l’ARCI fa parte»

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