MESSINA. A oltre 2400 chilometri di distanza dalla città dello Stretto, tra carte e testimonianze di oltre 1000 anni di storia, emergono dettagli della storia di un’eccezionale donna messinese. Al National Archives di Londra sono infatti recentemente stati ritrovati nuovi documenti che arricchiscono le conoscenze sull’esperienza di Maria Ciofalo, prima partigiana paracadutista della Resistenza. Ne hanno quindi ricostruito la storia Giuseppe Martino e Giuseppe Restifo, presidente e vicepresidente Anpi provinciale Messina.

 

La storia di Maria Ciofalo

Nata a Santo Stefano di Camastra il 6 marzo del 1913, Maria Ciofalo era una donna coraggiosa, intelligente e determinata. Qualità che hanno spinto i genitori Giovanni Ciofalo e Giovanna Sortino a puntare sulla sua istruzione, mandandola a studiare alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli. Siamo nel 1943, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, e agli universitari la tessera del gruppo giovanile fascista viene data d’ufficio. Maria Ciofalo fa però parte di un gruppo organizzato di antifascisti che daranno vita alle Quattro giornate partenopee che resero Napoli la prima grande città a cacciare i tedeschi e sconfiggere l’occupazione nazista.

A questo punto, Martino e Restifo ritengono che la storia della partigiana messinese si avvicini a quella di Maddalena Cerasuolo, altra nota partigiana che fu contattata dal comando inglese di stanza a Napoli per essersi distinta durante le Quattro giornate. “Quando toccò a Maria, – scrivono – la sua motivazione dell’adesione fu secca: “Antifascista”.

Targa S.O.E. - special operation executive Viene così reclutata dal maggiore Malcom Munthe e si trasferisce a Monopoli, dov’era il Quartier generale della Special Force voluta da Churchill. Qui segue i corsi del Soe, la Special Operations Executive inglese, addestrandosi alle azioni di lancio oltre le linee tedesche.

Nei servizi segreti inglesi assume anche il nome di battaglia e di copertura di Fiammetta che in futuro diventerà Stella.

La prima missione arriva nel ’43, in Corsica. Qui deve tentare, con altri quattro agenti, di infiltrarsi dietro le linee tedesche per via marittima. La missione fallisce a causa di condizioni meteomarine avverse e dell’avvicinamento di motovedette tedesche, ma sembra gli agenti uomini che vi avevano preso parte avessero un’attrazione nei confronti della giovane messinese, tanto che uno dei due, Ranieri, la seguì a Brindisi dopo il suo trasferimento. Qui Maria si rese conto della vera natura del collega che era in realtà fascista e pronto al tradimento e riuscì a smascherarlo.

paracadutisti in lancio durante la seconda guerra mondiale

Il primo lancio di Fiammetta fu il 17 luglio 1944, in Veneto, per una missione denominata “Biplane” nell’ambito dell’operazione “Whitehorse”.

Paracadutata sopra Grantorto, in provincia di Padova, cadde sfortunatamente nel corso d’acqua Ceresone, ma si fece poi apprezzare, mettendosi al servizio del Comitato di Liberazione Nazionale di Vicenza e lavorando per l’unificazione di tutte le formazioni partigiane, a prescindere dall’orientamento politico.

Nello stesso periodo, ideò e propose quello che venne poi chiamato il “Piano Vicenza”. Proponeva infatti un piano per impedire la permanenza dei tedeschi nel settore pedemontano veneto, obbligandoli a una ritirata verso il Brennero, dove gli Alleati li avrebbero più facilmente costretti alla resa bombardando le strade in prossimità del confine austriaco. Una missione che, tra l’altro, sposava alla perfezione la direzione assunta dal CLNAI che puntava alla creazione di un Comando Unico Militare.

Al termine della missione ad essere celebrata come un’eroina. Fu congedata il 13 gennaio 1945 per poi essere momentaneamente richiamata nell’aprile dello stesso anno. Il 5 giugno 1945 viene sollevata da ogni incarico.

Il 10 dicembre 1955 sposa, ad Acireale, Angelo Caracciolo (alias Gospool e Terzo), agente Soe conosciuto nella base di Monopoli.  Nel ’57 nasce Clementina Caracciolo. Nel ’73 Maria Ciofalo riesce a finire gli studi, interrotti nel ’43, laureandosi in Architettura all’Università di Palermo.

 

Cosa dicono di lei i documenti del National Archives

La nuova documentazione ritrovata a Londra riguarda un momento al termine della missione, quando Maria Ciofalo si avviò verso il Po in bicicletta, passando il fronte tedesco.

Il passaggio è descritto dettagliatamente come molto rischioso. Ciofalo attraversò l’Adige, per poi passare a Ficarolo, Ferrara e Cotignola, dove sostò qualche giorno per trovare un passaporto per il superamento del fronte, tramite i contatti dell’amico partigiano Pietro Contro.

Aggirò poi i campi minati della Linea Gotica e il 23 settembre raggiunse finalmente la postazione della Field Security Service a Bibiena e, poco dopo, a Siena, il comando del Soe.
Nel frattempo Radio Londra trasmise il messaggio speciale “Una fiamma si è accesa nel cielo”, per confermare alla Resistenza veneta il suo arrivo al di là della Linea Gotica. Tornata a Roma, iniziò a ricevere i primi riconoscimenti e premi in denaro. Al comando generale del Soe di Monopoli venne festeggiata come un’eroina.

Al National Archive era inoltre anche la scheda di Maria Ciofalo compilata dal servizio segreto inglese che la descriveva come “useful and reliable”.

L’ultima corrispondenza del fascicolo riguarda una sua richiesta di assistenza per la restituzione di alcuni suoi libri universitari che aveva lasciato a Napoli, al capitano Aurelio Buti, ufficiale italiano impiegato per il reclutamento degli agenti segreti del Soe. Il 3 luglio 1945,dopo aver indagato, il capitano Boutigny dovette riferire che erano irrimediabilmente perduti.

La corrispondenza ritrovata al National Archives di Londra sui libri persi da Maria Ciofalo

 

Maria Ciofalo: partigiana combattente e figura storica

Oggi, l’apporto che Maria Ciofalo diede alla Resistenza italiana, è riconosciuto e celebrato.

Il 6 maggio 1971 la Commissione regionale triveneta per il riconoscimento della qualifica di partigiano, con verbale 386, la identifica ufficialmente come “partigiano combattente”. Nel Corpo Volontari della Libertà e nel “n. 1° Special Force”, la Commissione individua le formazioni di appartenenza e certifica il suo servizio dal 16 luglio 1944 al 30 aprile 1945.

Più recentemente, la partigiana è stata ricordata anche nella seduta del Consiglio comunale di S. Stefano di Camastra dell’11 maggio 2023, sottolineando l’importanza di ricordare una figura che ha fatto la storia dell’Italia libera.

 

 

 

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Alessandro Orlando
Alessandro Orlando
14 Ottobre 2024 10:47

I Siciliani che amiamo