MESSINA. Ennesimo scontro di fuoco fra il M5s e Cateno De Luca dopo la lettera con cui il primo cittadino invita gli elettori a votare per Dafne Musolino.

Francesco D’Uva, Grazia D’Angelo, Valentina Zafarana e Antonio De Luca hanno presentato oggi un esposto all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, al CoreCom Sicilia, alla Guardia di Finanza e al Prefetto di Messina “affinché si facciano gli opportuni accertamenti in merito e si valutino eventuali profili di illiceità per violazione delle normative, adottando con urgenza i consequenziali provvedimenti previsti dalla Legge”.

«Esprimiamo il nostro più vivo imbarazzo per la lettera inviata all’intera cittadinanza da Cateno De Luca, che nelle vesti di sindaco metropolitano ha invitato gli elettori messinesi a votare per l’esponente di Forza Italia Dafne Musolino con un’attività di propaganda elettorale svolta nell’esercizio delle proprie funzioni. Forse sarebbe il caso di ricordare al primo cittadino di Messina  – spiegano – cosa significa ricoprire un ruolo istituzionale, che non andrebbe strumentalizzato in alcun modo per fare campagna elettorale». 

In particolare, secondo i portavoce pentastellati, l’invio della lettera costituirebbe una palese violazione della disposizione di cui all’art. 9 della L 22 febbraio 2000, n. 28, che, al comma 1, dispone quanto segue: “Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”; divieto, questo, poi ribadito anche con la circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 3 marzo 2014.

«La norma in questione – si legge nell’esposto – è posta a presidio del principio costituzionale di imparzialità della Pubblica Amministrazione (art. 97 Cost.), essendo volta ad evitare che, nel periodo elettorale, i titolari di cariche pubbliche possano avvantaggiarsi della posizione ricoperta, sfruttando occasioni di comunicazione non soggetta ai vincoli regolamentari, quali forme surrettizie di propaganda politica, così come chiarito anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 502 del 2000».

«Negli ultimi mesi – commentano i portavoce – De Luca ha ritenuto prioritario andare in giro per la Sicilia a cercare voti per il suo partito, giustificando la sua lunga assenza, retribuita con i soldi dei contribuenti, con la scusa di fare gli interessi della città. Una menzogna smentita però dallo stesso Sindaco, che continua a utilizzare Messina come un trampolino di lancio per raggiungere il suo vero obiettivo, ovvero la presidenza della Regione, come specifica nella stessa lettera fatta recapitare ai cittadini».

«È inaccettabile – proseguono – che un politico che si è sempre professato come “antisistema” e “anticasta” utilizzi questi mezzi subdoli tipici della vecchia politica, continuando a tradire la fiducia riposta in lui da tanti elettori. Infine, vorremmo capire il senso della manifestazione dello scorso primo maggio, quando si è autosospeso dalle sue funzioni di sindaco metropolitano, consegnando la sua fascia azzurra: un’iniziativa che alla luce degli ultimi risvolti appare sempre più per quello che è sempre stata, ovvero l’ennesima “carnevalata” di un esponente delle istituzioni alla perenne ricerca di consensi».

Immediata la replica di De Luca, che non le manda a dire: «Ciò che in queste ore sta accadendo sono squallidi atti di cecchinaggio mediatico dei soliti noti, volti a sporcare una campagna elettorale all’insegna dei contenuti. La stessa cosa non posso dire per gli ignobili attacchi da parte dei Parlamentari messinesi del M5S, i quali per giustificare l’assenza di contenuti, si aggrappano a surreali farneticazioni. Ricordo loro che nessun impiego di denaro pubblico è stato utilizzato per la nota da me inviata agli elettori a sostegno della candidatura di Dafne Musolino per il rinnovo del Parlamento europeo (per quanto nell’esposto non se ne faccia riferimento, ndr). Per dovere di cronaca – spiega – la spesa esatta a carico del mandatario ‘privato’, Michele Malluzzo, è stata pari a 105.332,49 euro, per circa 300.000 invii a Messina e provincia. L’importo unitario è di 0,34 euro, tutto compreso oltre iva di legge».

«Le argomentazioni oltre che puerili – attacca il Sindaco peloritano – sono anche prive di fondatezza giuridica. Rammento ai Cinque Stelle che l’art. 9 comma 1 della legge 28 del 2000, secondo una previsione letterale, impone l’invocato divieto direttamente alle ‘Amministrazioni pubbliche’ intese come Enti e Organi e non già come singoli soggetti che ne esercitano le funzioni”. A supporto della citata norma – prosegue – c’è anche la Circolare n. 16 del 15/04/2009 del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali – Direzione centrale dei servizi elettorali, la quale fuga ogni dubbio. Di fatto, la stessa precisa che l’espressione “pubbliche amministrazioni” deve essere intesa in senso istituzionale riguardando gli organi che rappresentano le singole amministrazioni e non con riferimento ai singoli soggetti titolari di cariche pubbliche, i quali, se candidati, possono compiere attività di propaganda al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, sempre che, a tal fine, non vengano utilizzati mezzi, risorse, personale e strutture assegnati alle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle loro competenze. Insomma – conclude De Luca – il solito film già visto, che denota quanta improvvisazione c’è in soggetti che, dal punto di vista politico, tirano a campare sfidando la sorte. È vergognoso lanciare attacchi senza studiare le carte o sincerarsi dei fatti. Ma a questo, la banda degli incompetenti a 5 stelle, ci ha abituati bene”.

Laconica la controreplica dei deputati nazionali e regionali: «Ad esprimersi sui contenuti dell’esposto saranno gli enti preposti».

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