MESSINA. Dopo il video realizzato da un collettivo di ragazzi polacchi che hanno scalato il Pilone di Torre Faro, a mostrare le bellezze dello Stretto e di Messina sono l’architetto Alfonso Femia e il giornalista Giorgio Tartaro della redazione “500 x 100” che, intervistando quelle che sono le persone che vivono sul territorio messinese e calabrese, hanno voluto evidenziare le esperienze “invisibili” del Mediterraneo, quelle che “nessuno conosce realmente”, come ha affermato l’architetto Luciano Marabello, che insieme a Fabrizio Ciappina e Francesco Messina ha collaborato alla costruzione delle relazioni fra i due inviati e i residenti.

Si chiama proprio “Mediterranei invisibili” il web talk di “500 x 100” realizzato a luglio (qui i nomi di chi ha partecipato), quest’ultimo un progetto nato da Alfonso Femia nel 2015 con l’obiettivo di raccontare fatti, storie e persone di luoghi tramite clip che narrano l’esperienza diretta di chi ci abita: un viaggio durato due giorni (5 e 6 luglio) per visitare la Calabria e Messina, in particolare il Forte Petrazza, Maregrosso, lo Stretto e l’Orcynus Orca. All’interno del portale di “500×100 TiVù”, infatti, sono stati pubblicati i vari video sui posti attenzionati dalla redazione.

“Per la seconda volta Femia ha scelto lo Stretto di Messina perché ritiene che sia un luogo speciale a livello sociale, mitologico e naturalistico –  ha spiegato Luciano Marabello – Tutto questo potenziale però si perde nei soliti racconti e proprio per questo l’architetto ha voluto raccontare di un’esperienza diversa, dando visibilità a cose invisibili: sappiamo le solite cose che accadono nel Mediterraneo, ma nessuno sa cosa succede veramente“.

Si tratta di una serie di racconti ispirati all’architettura, alle esperienze amministrative, sociali e a tutto ciò che è invisibile ai circuiti mediatici, ha proseguito illustrando nel merito l’iniziativa l’architetto messinese, che ha sottolineato anche come questo progetto rappresenti “il resoconto di un viaggio a più voci”.

“L’anno scorso Femia e Tartaro si erano limitati ad un classico talk sul traghetto della Caronte, intervistando la gente a bordo. Non c’è stata una visita dei luoghi, ma stavolta si sono voluti addentrare alla scoperta del territorio e all’interno di ogni clip c’è una storia“, ha evidenziato Marabello.

L’evento di luglio si è poi concluso con un talk finale nel cortile dell’Orcynus orca, dove si è parlato del concetto di “Mediterraneo invisibile” da punti di vista differenti.

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