MESSINA. “Chi deve combattere per la parità di genere?”. È questo il titolo dell’edizione 2018 del Forum Mondiale per la Democrazia, tenutosi a Strasburgo dal 19 al 21 Novembre. Il progetto “Le Agorà di Messina” dell’organizzazione internazionale The Democratic Society era presente al Forum con il laboratorio 12 “Democrazia partecipativa: spinta necessaria per l’empowerment delle donne?”, fortemente voluto da Demsoc e promosso dall’Incubatore per la Democrazia Partecipativa del Consiglio d’Europa e il Congresso delle Autorità Locali e Regionali del Consiglio d’Europa. 

La moderatrice del laboratorio, l’ambasciatrice Meglena Kuneva, ha aperto la discussione ricordando quanto l’innovazione sia tanto urgente quanto necessaria in campo sociale più che in ogni altro ambito, perché l’innovazione è la chiave per rispondere ai problemi che viviamo in modo realmente efficace, tenendo bene a mente che diversità e inclusione sono valori aggiunti. 

Francesca Attolino, responsabile Italiana di Demsoc, ha poi presentato il progetto “Le Agorà di Messina” e come esso, partendo dal livello iperlocale, mette al centro le donne della comunità per scrivere, insieme a loro, un progetto che vada oltre la mera partecipazione. Come si può misurare e valutare l’impatto di un processo partecipativo, e dei suoi risultati, secondo una prospettiva di genere? Come si può incoraggiare e promuovere la diversità delle voci? Il progetto proverà a rispondere a queste domande lavorando insieme a un gruppo misto di cittadini, ascoltando e mettendo in pratica le loro idee e dando loro la possibilità di partecipare a delle attività di apprendimento. L’idea alla base del progetto è proprio quella di condividere con il gruppo di cittadini alcuni strumenti fondamentali di partecipazione e far sì che loro possano, in futuro, utilizzare questi strumenti per rivendicare un maggiore coinvolgimento della società civile nelle decisioni pubbliche, sempre secondo una prospettiva di genere. 

“Le Agorà di Messina” contiene anche un aspetto educativo, perché non è possibile cambiare lo status quo senza un cambiamento culturale profondo e radicato. 

Il giorno prima, nella plenaria, Farrah Khan, educatrice e manager di “Consent Comes First Ryerson”, aveva sottolineato quanto la partecipazione delle donne nella vita pubblica sia necessaria sia per una questione di rappresentatività sia perché consente così di essere realmente vicina ai cittadini e assicurare partecipazione a tutti i livelli. 

Dunque, chi deve impegnarsi per raggiungere la parità di genere? “La risposta – si legge in una nota – è TUTTI! Tutti dobbiamo spenderci per realizzare questo obiettivo perché è fondamentale ricordare che tutti gioveranno un domani – ci si augura più vicino possibile – della raggiunta parità. Non si può parlare di effettiva democrazia se le donne sono messe alla corda, se non sono adeguatamente rappresentate nella vita pubblica e politica, se non vengono messe al centro del disegno degli spazi pubblici, delle nostre città». 

Per chi fosse interessato a saperne di più o a far parte del gruppo di cittadini può scrivere  a francesca@demsoc.org.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments