MESSINA. La Stretto di Messina Spa prende parola sulle contestazione del movimento “Invece del ponte” riguardo la relazione dell’azienda sul fabbisogno idrico necessario ai cantieri del ponte. Di seguito la risposta integrale della Stretto di Messina Spa:
«Come spiegato più volte in diverse sedi, i cantieri del Ponte sullo Stretto di Messina non incideranno sul fabbisogno idrico della città. Al contrario, produrranno un surplus sia in fase di realizzazione dell’opera che a lavori completati. In particolare, il fabbisogno idrico della città di Messina è pari a 1050 litri al secondo. Il fabbisogno dei cantieri è pari a 67 litri al secondo (ovvero il 6% del consumo della città). Tale fabbisogno, come già ribadito in Commissione Consiliare Ponte, proverrà da tre nuovi campi pozzi della zona Jonica, direttamente collegati alla città di Messina mediante la condotta di Fiumefreddo. Queste soluzioni traguardano obiettivi infrastrutturali di lungo periodo, indicate dall’ATI Messina nel Piano d’Ambito come opere strategiche per far fronte all’emergenza idrica del territorio. I nuovi campi pozzi approvvigioneranno la città di 160 litri al secondo, quindi molto più del fabbisogno dei cantieri. L’eccedenza, ovvero 93 litri al secondo, già in sede di esecuzione dei lavori, rimarrà a disposizione della città e, a fine lavori, l’intero surplus generato dai tre campi pozzi rimarrà interamente a disposizione della cittadinanza. Tali interventi non richiedono “una specifica procedura di VIA”, in quanto già valutati dal MASE e in attesa del via libera da parte del Cipess insieme alla totalità degli interventi. Occorre infine specificare che, tra le opere compensative, è previsto che vengano eseguiti interventi di efficientamento della esistente rete Amam. Stretto di Messina ha anche evidenziato che la messa in opera dei tre nuovi campi pozzi necessiterà di 12-15 mesi e, in questo primo periodo, il fabbisogno sarà di circa 7 litri al secondo (meno dell’uno per cento del consumo cittadino), che potrà essere soddisfatto acquistando il surplus da Siciliacque S.p.A. o eventualmente con le autobotti, il cui numero è certamente molto distante dalle 300 autobotti giornaliere citato»