MESSINA. “È bene ribadirlo chiaramente: non stiamo parlando di reperti storici ma di semplici lastre di marmo grigio di Sicilia, risalenti agli anni ’80 -’90“. L’assessore ai Lavori pubblici Salvatore Mondello interviene a gamba tesa sulle polemiche circa la rampa in costruzione al posto della scalinata della passeggiata a mare che hanno tenuto banco nei giorni scorsi.

Mondello ha tirato fuori il parere favorevole della Soprintendenza al progetto, che prevede la pampa al posto delle scale per agevolare la pista ciclabile che parte dalla stazione, e per abbattere le barriere architettoniche. “L’area della Passeggiata a Mare è stata nel recente passato (anni 80/90) oggetto di interventi che hanno comportato la totale sostituzione della pavimentazione originaria in marmette di cemento e rifasci in marmo, alterando la sistemazione dell’area posta di fronte al palazzo della Prefettura, voluta nel 1934 dal Prefetto della provincia M. Adinolfi, che volle sistemare adeguatamente l’area posta di fronte al proprio palazzo. Dalle ricerche storiche non risulta chi sia stato l’artefice della Passeggiata a Mare. Questa Soprintendenza attesta esclusivamente la competenza paesaggistica nella suddetta area poiché non si evince una competenza architettonica, propria degli edifici monumentali, tanto meno una competenza storico artistica in quanto l’area ha subito sostanziali trasformazioni dello stato originario”, ha scritto in una nota il soprintendente Antonino Spanò Greco.

Una stoccata Mondello l’ha riservata, senza però nominarla, a Dafne Musolino, senatrice di Italia viva che aveva posto la lente d’ingrandimento sulla vicenda. “Chi oggi, preso dalla smania di attaccare ad ogni costo l’Amministrazione, arriva perfino a diffondere fake news, farebbe bene a tacere soprattutto considerando che tra i critici odierni c’è anche chi, nel 2022, era presente e ha votato favorevolmente in Giunta il Documento di Indirizzo alla Progettazione (DIP) relativo al tracciato Cairoli–Stazione FS–Passeggiata a Mare. Si chiarisce inoltre che l’area sotto i riflettori in questi giorni, agitata da chi non ha di meglio da fare che inventare falsi scandali, è semplicemente un deposito comunale. I pezzi di marmo risalenti agli anni ’90, come certificato dalla Soprintendenza, sono stati lì accantonati e, laddove possibile, saranno riutilizzati, anche se non si distinguono certo per pregio né per particolare valore storico”, ha concluso il vicesindaco

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