MESSINA. Continua a far discutere il caso del libro “Io sono Giorgia”, della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, la cui presentazione all’istituto Jaci è stata annullata dopo una giornata di polemiche.

«Nei confronti di Giorgia Meloni è andata in scena una polemica costruita sul nulla, l’ennesima da parte di certa Sinistra», ha commentato ieri il deputato regionale di Diventerà Bellissima e vicepresidente vicario della Commissione Cultura dell’Ars, Pino Galluzzo, in seguito alla smentita da parte della leader di Fratelli d’Italia, che ha affermato di non essere stata invitata a presentare il libro. «Per decenni – prosegue – intellettuali e pseudo intellettuali del mondo della Sinistra hanno monopolizzato il pensiero culturale in Italia, non raramente emarginando chi la pensa diversamente da loro. Siamo certi che se il libro fosse stato opera di uno tra loro, questa polemica senza fondamento non sarebbe esistita. In qualità di vicepresidente vicario della Commissione Cultura chiederò personalmente alla presidenza dell’Ars di ospitare Giorgia Meloni per presentare il suo libro a Palazzo dei Normanni. A scanso di ulteriori e ridicoli equivoci, sottolineo che la partecipazione a questo eventuale evento non sarebbe obbligatoria e che analoghe iniziative sono auspicabili a favore della divulgazione di prodotti editoriali in genere, indipendentemente dalla matrice culturale e politica degli autori».

Di parere opposto Valentina Zafarana, deputata regionale del M5s, che ha commentato sui social: «Ci sono una presidente di un’associazione, una preside e due deputate di Fratelli d’Italia. Sembra l’inizio di una barzelletta, in realtà sono le protagoniste di una questione, la presentazione del libro di Giorgia Meloni allo Jaci, che sta assumendo contorni a dir poco grotteschi. Secondo le dichiarazioni delle protagoniste le cose sarebbero andate così: l’associazione avrebbe organizzato la presentazione del libro senza dire nulla alle relatrici, autrice del libro compresa, la preside avrebbe organizzato e definito sin nei più piccoli dettagli l’evento, prevedendo anche l’obbligo di presenza e i crediti formativi, avrebbe scritto e mandato la circolare, il tutto senza dire nulla all’associazione. Insomma, una serie incredibile di “malevoli coincidenze”. Voi ci credete? Fino a prova contraria dobbiamo farlo, anche se le domande che vi state ponendo in questo momento sono le stesse che mi pongo anche io, ed è sinceramente forte l’impressione che l’arrampicata sugli specchi cui stiamo assistendo sia resa molto più complicata dalla marmellata che è ancora attaccata sulle mani. I miei colleghi parlamentari hanno già preannunciato un’interrogazione, in modo da fare totale chiarezza su ciò che è accaduto. Sembra strano doverlo ancora ribadire, ma il rapporto fra scuola e politica (e chiamare “politica” quella della Meloni vuol dire elevarla di rango) è delicato, importante, e dev’essere gestito e trattato con attenzione, serietà, assoluta ed indiscutibile imparzialità. Ogni altro tentativo è semplicemente inaccettabile. Magari da oggi qualcuno non lo dimenticherà più».

A intervenire, stamani, anche l’Anpi di Messina, in una nota:

«La presentazione della autobiografia promozionale dell’on. Giorgia Meloni presso l’ITC A.M. Jaci di Messina – si legge – nonché la circolare della dirigente, Maria Rosaria Sgrò, che obbligava studenti e docenti a partecipare in orario scolastico al webinar, nonché la sua repentina cancellazione lascia sconcertati. Non solo per la grossolanità della iniziativa, che ignora gli elementari principi di opportunità e di equidistanza che la scuola di Stato deve mantenere nei confronti della politica attiva, ma soprattutto perché documenta da parte degli organizzatori (dirigente scolastica e FIDAPA) l’uso strumentale dell’istituzione pubblica per sostenere e imporre scelte che nulla hanno a che fare con la formazione della coscienza civile dei giovani cittadini. Nessuno ignora infatti che l’on. Meloni e il partito di cui è a capo si sono da sempre schierati su posizioni coincidenti con quelle dei movimenti di chiara marca neofascista (xenofobe, islamofobe, antieuropeiste), mentre sono noti i rapporti consolidati con l’estrema destra europea e americana di Orban, di Kaczyński e di Trump (avversa a ogni riconoscimento dei diritti delle minoranze etniche, degli omosessuali, degli immigrati), nonché con i movimenti nazionalisti di Vox, del Movimento nazionale bulgaro, del polacco Diritto e giustizia e delle associazioni più rappresentative del cattolicesimo ultraconservatore e filofascista. La scelta del dirigente dello Jaci non può quindi essere camuffata da iniziativa rientrante tra i normali appuntamenti della didattica paracurricolare, se non altro per l’infelice inserimento tra le attività valide per la PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento): di fatto una chiara intimazione a studenti e docenti a presenziare all’incontro. Ma, dopo corali proteste, l’evento è stato cancellato, in quanto l’on. Meloni ha dichiarato addirittura di non essere stata invitata e che comunque non avrebbe partecipato all’iniziativa in quanto inopportuna in una scuola pubblica. La qualcosa sconcerta ancor di più. Perché: O l’on. Meloni sapeva dell’invito (e così anche la responsabile nazionale FDI per l’istruzione on. Ella Bucalo) ed ha fatto una clamorosa quanto indecorosa marcia indietro, scaricando sulla dirigente Sgrò la responsabilità della cosa; O la dirigente Sgrò ha organizzato l’incontro (con tanto di circolare in bacheca) senza invitare la Meloni e comunque senza la conferma della sua presenza, dimostrando come minimo sprovvedutezza ed inadeguatezza al ruolo. In entrambi i casi, tuttavia, l’iniziativa va deplorata, anche per aver solo pensato di fare propaganda e/o promozione di un leader politico in una scuola pubblica. Soprattutto perché la responsabilità è ascrivibile a chi avrebbe il dovere di tutelarne, nella gestione quotidiana, i principi pedagogici e i fondamenti giuridici. Oltre al fatto che questo glorioso istituto ha avuto illustrissimi studenti di quali Salvatore Quasimodo, Salvatore Pugliatti, Giorgio La Pira e Antonio Giuffrè, e docenti tra cui Giuseppe Seguenza, naturalista di fama europea, Antonio Fulci, giurista illustre, non può venir meno alle sue tradizioni con una operazione di così bassa propaganda politica. Il grave episodio documenta in ogni caso come la scuola pubblica continui ad essere al centro di attacchi, interessi e comportamenti tesi a stravolgere la sua natura democratica, laica e pluralista. L’ANPI Messina chiede che l’Amministrazione di competenza (a livello provinciale, regionale e di governo) commini esemplari sanzioni ai/alle responsabili, onde episodi di strumentalizzazione simili non si ripetano in futuro. Nell’attesa si invitano gli studenti, i genitori, i docenti e tutti i cittadini democratici alla massima vigilanza sulla scuola pubblica e sui tentativi di snaturarne il compito costituzionalmente stabilito».

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Messinese stanco
Messinese stanco
22 Maggio 2021 15:05

Ma quindi è falso il fatto che la Meloni non sia mai stata invitata, come ha dichiarato lei stessa?